Caffeina e gravidanza, uno studio sfata un falso mito: ecco cosa si è scoperto
Per raggiungere queste certezze sono stati utilizzati dati genetici di madri, padri e neonati, nonché questionari sul consumo di caffè dei genitori prima e durante la gravidanza
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Per effettuare queste osservazioni è stato usato il cosiddetto metodo chiamato randomizzazione mendeliana
Secondo un recente studio condotto dall'Università del Queensland non vi sarebbe alcun nesso tra l'eccessivo consumo di caffè durante la gravidanza e le difficoltà neuroevolutive nei bambini. Lo studio in questione svolto da una qualificata equipe di scienziati, non mira a mettere in dubbio le linee guida mediche sul consumo di caffeina durante la gravidanza, ma attraverso un'analisi genetica approfondita dei dati di decine di migliaia di famiglie in Norvegia, ha smentito alcuni falsi miti sui danni del caffè nei confronti del feto.
Come è stato condotto lo studio
Come hanno spiegato gli stessi scienziati, sono stati utilizzati dati genetici di madri, padri e neonati, nonché questionari sul consumo di caffè dei genitori prima e durante la gravidanza per condurre lo studio in questione. Agli stessi partecipanti è stato chiesto di rispondere a domande sullo sviluppo dei loro figli fino all'età di 8 anni, comprese le loro capacità sociali, motorie e linguistiche. Dall'attenta analisi di questi dati, si è dedotta l'assenza di qualunque collegamento tra il consumo di caffè durante la gravidanza e le difficoltà neuroevolutive dei bambini.
Cosa si è scoperto
Secondo i ricercatori, i cambiamenti fisiologici durante la gravidanza impediscono alla caffeina di scomporsi facilmente e attraversare la placenta e raggiungere il feto. Per tanto tempo si è pensato che la caffeina potesse avere un impatto sullo sviluppo del cervello fetale. La dott. ssa Moen ha spiegato che i precedenti studi che erano stati effettuati su questa questione, avevano ignorato o non tenuto in considerazione altri fattori ambientali come alcol, fumo di sigaretta o cattiva alimentazione.
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Il metodo usato
Per effettuare queste osservazioni è stato usato il cosiddetto metodo chiamato randomizzazione mendeliana. Attraverso questo metodo, gli effetti di caffeina, alcol, sigarette e dieta possono essere separati nei dati “quindi possiamo guardare solo all'impatto della caffeina sulla gravidanza” ha spiegato la dottoressa Moen. Adesso nell'intento degli scienziati vi è l'idea di applicare analisi simili per comprendere meglio le cause genetiche e ambientali della neurodiversità e l'effetto di altri fattori sullo sviluppo del cervello durante la gravidanza.
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