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Camilla Canepa, in ospedale Tac senza contrasto: si è trattato di un errore?

Camilla Canepa, emergono dettagli sull'indagine: in ospedale non è stata effettuata la Tac con liquido di contrasto, a differenza di quanto indicato dall'Aifa. Il sospetto: è stato un errore?

Camilla Canepa, in ospedale Tac senza contrasto: si è trattato di un errore?
Camilla Canepa, in ospedale Tac senza contrasto: si è trattato di un errore?

Camilla Canepa, l’autopsia conferma: morta per emorragia cerebrale

Continua a far discutere la morte di Camilla Canepa, la ragazza di 18 anni deceduta a Genova a causa di una trombosi verificatasi dopo la somministrazione della prima dose del vaccino AstraZeneca. L’autopsia, nelle scorse ore, ha confermato il decesso per emorragia cerebrale, ma intanto prosegue l’inchiesta per accertare eventuali errori nella gestione della vicenda. E un sospetto, in realtà, già c’è. Leggi anche Morte Camilla, Salvini attacca Speranza: “Chi ha autorizzato questi vaccini di massa?”

Le indicazioni dell’Aifa: violata la circolare?

Camilla Canepa, come si legge su Ilsecoloxix.it, fu sottoposta a una Tac senza l’impiego di liquido di contrasto: questa pratica, come confermato da fonti investigative, potrebbe essere in contraddizione con le linee guide diffuse dall’Aifa. È quanto emerso nelle ultime ore dall’inchiesta. Lo scorso 26 maggio, infatti, proprio l’Agenzia italiana del farmaco ha emesso un documento riguardante le “complicanze tromboemboliche post-vaccinazione anti Covid 19 con Vaxzevria-AstraZeneca”. Leggi anche La giovane Camilla muore dopo la vaccinazione con AstraZeca, Salvini: “Basta giocare con la salute dei ragazzi”

Cosa indica l’Aifa

Il documento in questione, della lunghezza di 11 pagine, in uno dei paragrafi più rilevanti recita quanto segue: “Nel sospetto di trombosi dei seni venosi cerebrali l’esame di prima scelta è oggi l’angio-Tac, indicando al medico neuroradiologo il medesimo sospetto clinico così da poter studiare correttamente, con il mezzo di contrasto, i distretti venosi. Camilla, lo ricordiamo, si era recata in ospedale il 3 giugno dopo aver manifestato cefalea e forte fotosensibilità.

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Il primo arrivo in ospedale

Giunta al pronto soccorso di Lavagna, i medici avevano registrato una presunta piastrinopenia, ovvero carenza di piastrine, di matrice ereditaria contestata dalla famiglia e l’assunzione, nei giorni precedenti, di farmaci per una cura ormonale; ai medici era anche stato detto del vaccino fatto il 25 maggio. Dalle cartelle cliniche è emerso effettivamente un valore delle piastrine inferiore al range ritenuto normale. I sanitari dell’ospedale hanno quindi eseguito una Tac, ma senza liquido di contrasto: è qui che nasce il sospetto. È stata una prassi sospetta? Che quadro clinico era stato presentato al neuroradiologo?

Il ritorno in ospedale, gli interventi e il decesso

Dimessa poco dopo, nella tarda serata del 5 giugno Camilla era tornata all’ospedale di Lavagna in ambulanza con sintomi aggravati: un’ulteriore Tac ha certificato una trombosi del seno cavernoso. Trasferita nelle ore successive al San Martino, è stata sottoposta a due interventi chirurgici: purtroppo non c’è stato nulla da fare e il 10 giugno la ragazza è morta. È su quanto accaduto a Lavagna, però, che si stanno concentrando gli inquirenti.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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