Candida Auris, il fungo che si diffonde col riscaldamento globale: uccide più della metà dei pazienti

C'è preoccupazione per la crescente diffusione del fungo Candida Auris favorita dal riscaldamento globale: perché è pericoloso

Candida Auris, muore 70enne in Veneto
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Candida Auris, il fungo che preoccupa gli esperti: uccide la metà delle sue vittime

Il riscaldamento globale ha innumerevoli conseguenze, alcune già molto note e altre meno. Tra quelle meno note c'è la diffusione della Candida Auris, il fungo killer che preoccupa gli esperti di tutto il mondo: questo fungo, infatti, spesso si rivela resistente a tutti i farmaci e uccide la metà delle sue vittime nel giro di tre mesi. Di recente è stato isolato anche in Italia.

In Italia c'è un paziente ricoverato a Mestro

Per quanto riguarda l'Italia, come riporta Corriere.it, il fungo è stato isolato su un paziente ricoverato all'ospedale dell'Angelo di Mestre: immediatamente sono scattati i tamponi su tutti i ricoverati del reparto. L'uomo, prima di arrivare a Mestre, era stato ricoverato all'estero: proprio lì potrebbe aver contratto il fungo che ha una mortalità che varia dal 30% al 70% se non viene adottata una terapia adeguata.

La storia di questo fungo

Il fungo è molto contagioso: si trasmette tramite il contatto con un infetto o attraverso le superfici ed è difficile da eradicare perché è resistente agli antisettici comuni. Candida Auris è in grado di provocare gravi infezioni soprattutto nei soggetti pluriparologici. Questo fungo è stato isolato per la prima volta nel 2009 ma il primo esemplare, identificato retrospettivamente, risale al 1996.

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Cosa c'entra il riscaldamento globale

A favorire le condizioni giuste perché il fungo si adattasse a infettare l'uomo potrebbe essere stato proprio l'aumento delle temperature: è quanto sostenuto da uno studio pubblicato sulla rivista mBio. I ricercatori hanno infatti confrontato la suscettibilità termica, ovvero la capacità di sopravvivere ad alte temperature, della Candida Auris con quella di alcuni funghi simili, verificando che è capace di crescere a temperature più alte rispetto alle specie simili, che invece non riescono a tollerare le temperature corporee dei mammiferi. L'adattamento alle temperature è una delle cause della crescente diffusione di questo virus.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.