Carenza di ferro, il Dottor Mannucci svela il sintomo al quale prestare attenzione: ecco le sue parole
A volte, capita che il ferro nell’organismo sia troppo poco e provocare l’anemia, ma i problemi possono insorgere anche se è troppo. L’anemia e anche la carenza di ferro sono più diffuse di quanto si pensi. Negli Stati con risorse limitate, il problema interessa addirittura due terzi degli abitanti, in Europa dove non sussistono problemi di scarsa nutrizione, si parla del 9-11% delle donne in età fertile che scende al 5-7% di quelle post menopausa. Nei maschi la percentuale è decisamente inferiore, 1% per chi ha meno di 50 anni, 2-4% per gli over 50. Negli adolescenti la differenza tra i due sessi è simile. E’ quanto riporta il corriere.it.
Le parole di Pier Mannuccio Mannucci
Il dottor Mannucci è internista ed ematologo del Policlinico di Milano: “Il ferro è indispensabile non solo per la formazione dell’emoglobina che trasforma l’ossigeno ai tessuti, ma anche nella mioglobina e dei mitocondri, che contribuiscono alle nostre riserve energetiche. Tra i motivi della carenza ci sono lo scarso apporto di ferro con la dieta, ma soprattutto l’aumento del fabbisogno: per esempio, durante il ciclo mestruale, la gravidanza o la fase di crescita. E poi le patologie che comportano perdite croniche di sangue oppure malattie intestinali che modificano l’assorbimento del ferro, come il morbo di Chron e la celiachia“.
I sintomi della carenza di ferro
Secondo il dottor Pier Mannuccio Mannucci, i sintomi della carenza di ferro sono molti e generici: mal di testa, affaticamento, colorito pallido, fiato corto, fragilità di unghie e capelli, freddo a mani e piedi. La carenza di ferro senza anemia è solitamente priva di sintomi, ma può manifestarsi con debolezza muscolare. Alimentarsi correttamente è il primo rimedio. Se non è sufficiente, si può ricorrere a farmaci contenenti ferro. Il dottor Mannuccio continua a spiegare “Naturalmente è innanzitutto necessario interrogarsi sulle cause della carenza di ferro per cercare di rimuoverle. Per la diagnosi il test fondamentale è l’esame del sangue. Ma è importante misurare la ferritina, che è la nostra cassaforte di ferro.
Cosa accade se il ferro si accumula
Lo specialista chiarisce che se il ferro si accumula nelle nostre cellule le danneggia. Infatti, può provocare cirrosi epatica e danneggiare pancreas, cuore, articolazioni e ghiandole sessuali. E’ anche una delle cause del diabete. Si tratta di una situazione causata da una malattia ereditaria abbastanza frequente nel nord Italia, oppure da un’epatopatia, ma anche da un’eccessiva assunzione di ferro. Può anche essere una conseguenza di trasfusioni multiple come nella talassemia. I disturbi compaiono dopo i 30-40 anni perché l’eccesso di ferro causa danni quando si va ad accumulare a lungo nei tessuti. Si può sospettare per un colorito della pelle bronzeo, tant’è che si parla di diabete bronzino. Altri campanelli d’allarme, sono la stanchezza, dolori articolari, perdita della libido, volume aumentato del fegato.
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