Carenza di ferro, il Dottor Pier Mannuccio Mannucci svela il sintomo al quale prestare attenzione: ecco le parole dell’esperto

Il Professor Pier Mannuccio Mannucci ha fatto su luce su un sintomo in particolare che significa la carenza di ferro: tutti i dettagli

Il corpo umano è una macchina (quasi) perfetta, in grado di inviare segnali se si è in presenza di qualche problema o patologia; i vari sintomi, diversi a seconda del disturbo riscontrato, possono significare anche una carenza di sostanze importanti per il funzionamento dell’organismo. Tra esse c’è il ferro, componente fondamentale dell’emoglobina (la proteina che trasporta l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo) e della mioglobina, la proteina che rifornisce di ossigeno i muscoli; il Professor Pier Mannuccio Mannucci, internista ed ematologo del Policlinico di Milano, ha fatto luce per Corriere.it su un sintomo in particolare che rappresenta la carenza di ferro. Ecco qual è.

Il sintomo di carenza di ferro

“La carenza di ferro senza anemia – ha spiegato lo scienziato – è solitamente priva di sintomi, ma può manifestarsi con debolezza muscolare. I disturbi più comuni sono invece mal di testa, affaticamento, colorito pallido, fiato corto, fragilità di unghie e capelli, freddo a mani e piedi“. Tra le cause di carenza di ferro figurano “lo scarso apporto di ferro con la dieta ma soprattutto l’aumento del fabbisogno, ad esempio, durante il ciclo mestruale, la gravidanza o la fase di crescita. E poi le patologie che comportano perdite croniche di sangue oppure malattie intestinali“.

I cibi ricchi di ferro

Gli alimenti più ricchi di ferro, che dunque non devono mancare nella dieta delle persone, sono carne rossa (specialmente tacchino, fagiano, cervo, lepre, fegato, milza di bovino, coratella), pesce (alici, sardine, pesce spada o azzurro, tonno, e sgombro), tuorlo d’uovo, soia , legumi (lenticchie, ceci, fagioli secchi), funghi, frutta secca, cereali integrali, spezie, erbe aromatiche e verdure a foglia verde (radicchio e spinaci). Le dosi di questi cibi però andrebbero gestite con il supporto di un nutrizionista.