
Celiaci, solo uno su un milione sa di esserlo: come riconoscere la celiachia
Essere celiaci e non saperlo. O meglio, scoprirlo all’improvviso magari in circostanze sgradevoli. La celiachia è un fenomeno ormai diffusissimo in Italia e non solo: si tratta di un’intolleranza al glutine che provoca infiammazioni e malesseri. E la percentuale di celiaci in Italia, come fatto presente a margine dell’ottavo Convegno Annuale “The Future of Celiac Diseasè dell’Associazione Italiana Celiachia”, è in continuo aumento.
I dati
Gli esperti del congresso, come riportato da Il Messaggero, hanno riportato che quasi il 2% della popolazione italiana soffre di celiachia, con circa un milione di persone “affette” da questa malattia autoimmune. Un dato preoccupante considerando che vent’anni fa i celiaci costituivano l’1% dello Stivale. Da cosa deriva quest’aumento della percentuale? Probabilmente cause ambientali non ancora individuate, secondo quanto spiegato dagli esperti. ma l’aumento dei casi riporta alla necessità di migliorare le diagnosi che tuttora arrivano in media oltre 6 anni dopo i primi sintomi. Che a volte possono essere molto particolari…
I sintomi insoliti dei “pazienti camaleonte”
Esistono infatti dei “pazienti camaleonte”, così definiti dagli esperti presenti al congresso, che riportano dei sintomi particolari finora mai ricollegati alla celiachia: si tratta di afte ricorrenti in bocca, orticaria fastidiosa, anemia o irregolarità mestruali, tutti “sfoghi fisici” derivanti da questa patologia. Al momento, proprio a causa di sintomi particolari finora mai rilevati, soltanto il 20% dei casi di celiachia viene rilevato (contro il 37% degli anni scorsi).
Cosa si può fare
Gli esperti del congresso, come riportato da Il Messaggero, propongono test del sangue mirati almeno su pazienti ricoverati in reparti come ginecologia, pediatria, medicina interna per individuare prima possibile i casi che resterebbero sotto silenzio perché si presentano con sintomi sfuggenti. Nei casi meno gravi, invece, consultare il medico di fiducia per capire cosa fare.
Le parole degli esperti
“Fino a poco tempo fa – ha spiegato Marco Silano, Coordinatore board cientifico AIC e Direttore Unità Operativa Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore Sanità – ritenevamo che la prevalenza di celiachia fosse in aumento solo per la nostra migliore capacità diagnostica, ora un nuovo studio mostra un incremento sostanziale dei casi. La rapidità dell’aumento dei casi di celiachia fa pensare che a causarla siano fattori ambientali, infezioni virali, non solo intestinali, o l’uso dell’enzima transglutaminasi nei cibi pronti al consumo, o l’uso di antibiotici nella prima infanzia, la quantità di glutine nello svezzamento o un microbioma che favorisca la patologia”.
I sintomi della celiachia
La celiachia è caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento a sintomi extraintestinali fino all’associazione con altre malattie autoimmuni. A differenza delle allergie al grano, la celiachia non è indotta dal contatto epidermico con il glutine, ma esclusivamente dalla sua ingestione. La celiachia non trattata può portare a complicanze anche drammatiche, come il linfoma intestinale.
La terapia per la celiachia
La dieta aglutinata è l’unica terapia disponibile per celiachia e va eseguita con rigore per tutta la vita. Introdurre il glutine a 12 piuttosto che a 6 mesi, come avviene di norma, non modifica il rischio globale pur ritardando la comparsa di celiachia, ma potrebbe ridurre il rischio di sviluppare questa condizione nei bambini ad alto rischio genetico.
(Fonte Celiachia.it)
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.