Chi dona sangue ha un beneficio incredibile: ecco il motivo

Le donazioni di sangue e di plasma possono contribuire a ridurre sensibilmente le concentrazioni di PFAS

Donare sangue può salvare anche la vita di chi dona (foto Pixabay)
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Le donazioni periodiche di sangue possono salvare anche la vita di chi dona: ecco il motivo

Le donazioni di sangue, oltre a essere una nobile azione, contribuiscono a salvare molte vite, inclusa quella di chi dona. Se fatte regolarmente, le donazioni di sangue aiuterebbero non solo i malati o i feriti che hanno bisogno di una trasfusione, ma anche i protagonisti di questo gesto importantissimo. Una ricerca australiana evidenzia come frequenti donazioni di sangue contribuirebbero a ridurre i quantitativi di PFAS.

La pericolosità delle sostanze perfluoroalchiliche

Le PFAS sono sostanze perfluoroalchiliche: la loro componente chimica è presente in numerosi oggetti di impiego quotidiano, dalle vernici ai saponi, dai capi di abbigliamento alle stoviglie. Purtroppo, sono nocive per la salute e incidono sullo sviluppo di forme tumorali. Il principale problema che comporta la presenza delle sostanze perfluoroalchiliche risiede nel fatto che la loro degradazione nell’ambiente non avviene in tempi celeri. All’esatto opposto, la loro resistenza fa sì che si accumulino nel corpo e negli ecosistemi. Ecco spiegata la ragione per cui queste sostanze chimiche sono nocive per la salute.

Cosa dice di nuovo questo studio condotto dai ricercatori australiani?

Uno staff di ricercatori australiani ha condotto uno studio davvero interessante al riguardo: da un campione di 285 vigili del fuoco, operativi presso il Fire Rescue Victoria e disponibili a donare il loro sangue in diverse occasioni nel giro di un anno, è venuto fuori che i livelli di PFAS nel loro sangue sono ampiamente superiori rispetto alla media della popolazione. Come mai? I vigili del fuoco sono esposti agli PFAS, presenti nella schiuma antincendio. I 285 vigili del fuoco, facenti parte del campione, sono stati divisi in 3 gruppi da 95 unità: il primo ha donato sangue ogni 12 settimane, il secondo ha donato plasma ogni 6 settimane e il terzo non ha fatto alcun tipo di donazione. Risultato? A distanza di un anno, i vigili del primo e del secondo gruppo presentavano concentrazioni di PFAS nel sangue decisamente ridotte rispetto al terzo gruppo che non ha effettuato donazioni. CONTINUA A LEGGERE…


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Conclusioni

Tirando le somme, le donazioni di sangue e di plasma contribuiscono in maniera evidente a ridurre sensibilmente le concentrazioni di PFAS. Certo, si tratta di una ricerca allo stato preliminare che ha bisogno di approfondimenti maggiori. Tuttavia, sulla base dei primi risultati, viene fuori che le donazioni rappresentano un’interessante opzione per ridurre i livelli di PFAS nel sangue. Il tutto senza interventi medici o trattamenti farmacologici. Insomma, un’azione generosa che apporta benefici al prossimo, ma anche ai donatori.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.