In aumento i casi di tossinfezioni alimentari per l’ingestione di cibi contaminati: quali sono i rischi
Soprattutto in estate il “fenomeno” delle ‘tossinfezioni alimentari’ è diventato molto frequente a causa del consumo di alimenti contaminati da batteri, tossine o virus. Le alte temperature favoriscono il profilerare di germi patogeni che normalmente sono presenti nei cibi. Questa tipologia di infezione causa alcuni sintomi caratteristici come vomito, diarrea e dolori addominali. L’allarme è stato lanciato dall’Ausl per via dei numerosi casi che sono stati registrati nelle ultime settimane.
Il parere degli esperti
Come ha avuto modo di precisare il dottor Gabriele Peroni, direttore di Igiene e sanità pubblica dell’Ausl, un alimento “può essere contaminato da diversi patogeni in grado di provocare danni per la salute umana”. Sotto accusa soprattutto il “processo di lavorazione che i prodotti alimentari ricevono fra le mura domestiche, più che dalla lavorazione industriale”. In genere le contaminazioni avvengono tramite i microorganismi che sono presenti negli intestini degli animali sani che vengono in contatto con la carne durante il processo di macellazione.
La salmonella
Diverso il discorso per quanto concerne la salmonella, un patogeno comune, che può contaminare soprattutto le uova per via della sua presenza nella cloaca della gallina. Anche frutta e verdura possono diventare veicolo di batteri e germi molto insidiosi per l’essere umano, soprattutto quando vengono irrigate con acqua contaminata da feci animali o umane. CONTINUA A LEGGERE…
L’infezione da botulino
Una delle tossinfezioni più insidiose è quella da botulino, la cui presenza è subdola perchè non fa generare cattivi odori al prodotto contaminato. Chi contrae questa infezione manifesta sintomi a partire dalle 12-36 ore dopo l’ingestione del cibo contaminato. Chi è affetto da questa infezione manifesta sintomi neurologici molto seri come appannamento della vista o difficoltà a pronunciare le parole, oltre a manifestare astenia e difficoltà a deglutire. Spesso questa infezione non si manifesta con sintomi gastrointestinali. Per ridurre la proliferazione di germi o batteri occorre esporre il prodotto a temperature al di sotto dei 5°C. Durante la cottura occorre fare attenzione che la temperatura raggiunta dal calore sia sufficiente a distruggere i germi patogeni (75°C).
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