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Colesterolo “davvero” cattivo, il nuovo parametro contro infarti e malattie cardiovascolari

Colesterolo, il nuovo parametro che indica rischio di infarti e malattie cardiovascolari

Colesterolo “davvero” cattivo, il nuovo parametro contro infarti e malattie cardiovascolari
Colesterolo davvero cattivo, cos'è? - Foto Microbioma

Colesterolo “davvero” cattivo, il nuovo parametro contro infarti e malattie cardiovascolari

Per capire se si è a rischio di infarti o malattie coronariche spesso si usa come valore di riferimento l’Ldl, il cosiddetto colesterolo cattivo: non si tratta, però, dell’unico elemento da controllare. Come si legge su Ansa.it, c’è un indicatore migliore.

Colesterolo, il nuovo indicatore da tenere d’occhio

L’indicatore da tenere d’occhio è un particolare tipo di Ldl, una sottoclasse di lipoproteine a bassa densità. Questo colesterolo viene definito “davvero cattivo” e riesce a predire molto meglio i possibili problemi all’apparato cardiovascolare, più del dato della semplice presenza dell’Ldl.

Lo studio sulle tre sottoclassi dell’Ldl

Lo studio in questione è stato effettuato dall’Università dell’Ohio: secondo i ricercatori, delle tre sottoclassi che compongono l’Ldl solo una causa danni significativi. 

Le parole del ricercatore

Queste le parole di Tadeusz Malinski, ricercatore che ha condotto l’analisi che precisa come le linee guida dovrebbero analizzare i valori della sottoclasse B dell’Ldl quando si trova a comporre più del 50% del totale del colesterolo cattivo: “I nostri studi possono spiegare perchè una correlazione del colesterolo cattivo totale con un rischio di infarto è scarsa e pericolosamente fuorviante ed è sbagliata per i tre quarti delle volte”. La sottoclasse B dell’Ldl, secondo gli studiosi, è risultata essere la più dannosa per la funzione endoteliale e può contribuire allo sviluppo dell’aterosclerosi.

Ad influire è la concentrazione della sottoclasse B

La ricerca, pubblicata sull’International Journal of Nanomedicine, afferma che non è la quantità totale di colesterolo che si ha ma, piuttosto, la concentrazione della sottoclasse B in relazione alle altre due, sottoclasse A e sottoclasse I, che dovrebbe essere usata dai medici per diagnosticare l’aterosclerosi e il rischio d’infarto. Questa scoperta risulta quindi essere rivoluzionaria e si appresta, probabilmente, il modo in cui ci si approccia alle malattie cardiovascolari e alla loro prevenzione. 

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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