
Riscaldare determinati cibi può risultare pericoloso
Riscaldare i cibi risulta essere un’abitudine piuttosto diffusa che consente di preparare il pranzo o la cena in poco tempo, con la possibilità di ridurre gli sprechi. Si tratta di un’abitudine che dura ormai da molto tempo, ma che ha delle controindicazioni piuttosto gravi: in alcuni casi, infatti – secondo quanto si legge su “Viverespiusani.it” – riscaldare i cibi può risultare addirittura pericoloso per il nostro organismo.
La conferma arriva direttamente dall’EUFIC
La conferma arriva direttamente dal Consiglio Europeo di Informazione Nutrizionale (EUFIC), il quale ha avvisato che conservare o riscaldare alimenti già cotti in precedenza può risultare pericoloso per l’organismo. A questo punto, però, viene da chiedersi il perché: la risposta è semplice e risiede nel fatto che certi tipi di batteri crescono a dismisura nel momento in cui trovano un ambiente la cui temperatura risulta essere tra i 5 e i 65 gradi. Di conseguenza, dunque, aumenta il rischio di intossicazioni alimentari, oltre a problemi di natura digestiva, a coliche e a gas intestinali.
Quali sono i cibi maggiormente a rischio?
Tra i cibi maggiormente a rischio – – secondo quanto riportato da “Viverespiusani.it” – c’è il riso che contiene delle piccole spore di batteri, i quali sono in grado di provocare delle intossicazioni alimentari se stimolate dal calore. L’ideale, dunque, è consumarlo appena cotto e, se possibile, non lasciar passare 24 ore per gli avanzi. Altro alimento a rischio sono le patate: in tal caso il pericolo sorge nel momento in cui vengono riscaldate a temperature troppo alte o restano per molto tempo fuori dal frigorifero. Anche nelle patata, infatti, si sviluppano delle spore che, una volta raggiunto l’organismo, possono causare fastidi digestivi o intossicazione. Una menzione va fatta anche per il sedano: quando quest’ultimo viene utilizzato nelle ricette per i piatti caldi, infatti, va consumato subito. In caso di seconda cottura, infatti, si corre il rischio di un’intossicazione. Tale ortaggio contiene nitrati che, sottoposti al calore, vanno a generare delle sostanze che risultano molto pericolose per il nostro organismo.
Carenza di magnesio? Altri sintomi che rappresentano dei campanelli d’allarme
Esistono anche altri cibi che possono risultare pericolosi nel momento in cui vengono riscaldati e tra questi c’è la Barbabietola. In tal caso, il problema sorge nel momento in cui questo ortaggio viene riscaldato ad alte temperature perché contiene una quantità minima di nitrati che non fanno bene alla salute. Altro alimento da citare è il pollo: per consumare il pollo in sicurezza, infatti, è fondamentale che ogni sua parte risulti ben cotta. La salmonella, infatti, è piuttosto comune in questo tipo di carne ed una cottura insufficiente aumenta il rischio di contrarla. D’altra parte, però, si raccomanda di consumare il pollo appena cotto e non riscaldato: anche se il sapore sembra lo stesso, infatti, in realtà la composizione delle proteine cambia e può generare problemi allo stomaco. Infine, ci sono i funghi: questi ultimi contengono delle proteine che si distruggono piuttosto semplicemente a causa dell’azione degli enzimi e di alcuni microrganismi. Per questo motivo, dunque, se si conservano a temperatura ambiente, si corrono dei rischi. Di conseguenza, si sconsiglia di riscaldarli dopo il processo di cottura iniziale perché possono generare infiammazione addominale. Va sottolineato, però, che i funghi sembrano non presentare problemi nel momento in cui vengono riscaldati ad una temperatura superiore ai 70 gradi.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.