Stato di emergenza fino al mese di aprile, ecco quali potrebbero essere le novità nei prossimi mesi
L’esecutivo italiano, alle prese con l’evoluzione pandemica sempre meno confortante, sta valutando seriamente l’idea di prolungare lo stato di emergenza fino al prossimo 30 aprile e di varare, entro la fine della settimana, un nuovo DPCM ed un altrettanto nuovo decreto legge contenenti alcune disposizioni in merito ai parametri che determineranno l’ingresso in zona rossa ed una stretta sul servizio di asporto consentito ai bar dopo le ore 18.00. L’intento, naturalmente, è quello di contenere gli assembramenti e la diffusione del contagio, ma il confronto con gli enti locali appare sempre più difficile ed il percorso altrettanto accidentato. Inoltre, stando a quanto si legge su fanpage.it, Conte impone cautela e prudenza ed avverte “sta arrivando un’ondata di contagi, la prudenza non è mai troppa e bisogna fare ancora sacrifici”. Da leggere Coronavirus, Crisanti invoca il lockdown duro: ecco il motivo
La proroga dello stato di emergenza
E’ stato proprio il Presidente del Consiglio, professor Giuseppe Conte, ad annunciare nei giorni scorsi una proroga dello stato di emergenza fino al prossimo 30 aprile confermando, di fatto, le indiscrezioni che circolavano di qualche giorno, ma indicando una data che al contrario non appariva tra le ipotesi più accreditate. Si tratta, sostanzialmente, di una proroga trimestrale dello stato di emergenza che permette di snellire in modo significativo le procedure burocratiche in merito agli iter di natura sanitaria. Va precisato che la promulgazione dello stato di emergenza (secondo quanto previsto dalla legge 24 febbraio 1992 n. 225) si rese necessaria per reagire prontamente alla deflagrazione pandemica eliminando gli ostacoli burocratici più evidenti nella gestione dell’epidemia.
Il peso dei contagi fino all’11 gennaio e le regioni in zona rossa
Per quel che concerne le nuove disposizioni che vedranno la luce nel prossimo fine settimana dopo le consultazioni con gli enti locali, il ministro Speranza ha anticipato in un suo recente intervento televisivo che rimarrà in vigore il divieto di spostamento tra regioni e sarà elaborata una stretta sull’asporto oltre le ore 18 per quel che riguarda i bar. Tra le indiscrezioni attualmente disponibili, appare probabile che non verrà modificata l’attuale norma che regola il coprifuoco notturno (dalle 22 alle 5) e l’introduzione di una nuova “zona bianca” riservata alle regioni che presentano un RT pari a 0,50 ed un’incidenza di 50 casi positivi ogni 100.000 abitanti.
Allo studio, anche, la possibilità di riaprire musei e luoghi di cultura in zona gialla
Oggetto di duro scontro fra enti, invece, è la norma che stabilisce l’ingresso automatico in zona rossa dei territori con un incidenza di casi pari o superiore ai 250 ogni 100.000 abitanti.
Attualmente la media italiana si assesta intorno ai 201 casi, ma esistono regioni e provincie che si trovano ben oltre tale soglia limite (come il Veneto che registra 4220 casi su 100.000 abitanti) e rimangono ancora da definire le modalità del monitoraggio dei parametri e la durata di permanenza nella fascia rossa.
Lo scontro sulle nuove riaperture è, comunque, aspro; si scontrano, da un lato, le frustrazioni economiche di categorie di lavoratori fortemente penalizzate dalle ripetute restrizioni e la necessità di contenere il contagio almeno fino a quando non saranno compiuti i progressi necessari nell’ambito delle vaccinazioni che dovrebbero far cambiare radicalmente le prospettive e contribuire ad allentare le norme.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.