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Coperture vaccinali in calo, Crisanti attacca: “Le case farmaceutiche hanno taciuto…”

Secondo Crisanti, le aziende farmaceutiche avrebbero avuto l'obbligo morale di informare le autorità sanitarie

Coperture vaccinali in calo, Crisanti attacca: “Le case farmaceutiche hanno taciuto…”
Coronavirus, Crisanti all'attacco delle case farmaceutice - Foto YouTube

Il virologo Crisanti ha attacco duramente le case farmaceutiche per non aver diffuso i dati che avrebbero evidenziato il calo della protezione vaccinale

La corsa alla terza somministrazione della dose del vaccino è indice del fatto che la copertura vaccinale viene meno con il trascorrere del tempo. Ma perché lo si viene a sapere solo ora? E’ questa la domanda che si è posto il virologo Crisanti, che ha attaccato il comportamento delle casa farmaceutiche. In Italia, come in altri stati del mondo, si è dato il via alla somministrazione della terza dose del vaccino anti covid ai soggetti cosiddetti “fragili”, ovvero agli ultra ottantenni, nonché a chi presenta gravi patologie e agli immunodepressi. La decisione è stata presa in seguito ai risultati di diversi studi che hanno evidenziato un massiccio calo della copertura vaccinale dopo alcune mesi dalla sua somministrazione, che in genere si nota dopo circa 6 mesi. Ma la domanda che nasce spontanea è: si poteva sapere già da prima che ci sarebbe stato un calo della copertura vaccinale? Da leggere anche Vaccini, in arrivo il nuovo protocollo per le vaccinazioni antinfluenzali

Il “J’Accuse” di Crisanti

Secondo il direttore della Microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, le case produttrici del vaccino lo sapevano già dal mese di aprile 2021, ovvero sei mesi dopo dall’inizio del Trial, periodo durante il quale si valuta la sicurezza e l’efficacia del vaccino, ma nulla avrebbero comunicato nè alle autorità politiche, nè alle agenzie regolatorie e alla comunità scientifica. Così, prosegue il noto virologo, si è appreso della riduzione della copertura vaccinale di Pfizer dopo 6 mesi solo grazie a degli studi condotti in Israele, nonché del fatto che il vaccino monodose Johnson&Johnson inizierebbe a perdere efficacia dopo soli due mesi dalla sua inoculazione.

Gli obblighi imposti alle case farmaceutiche

E proprio con riferimento a quest’ultimo vaccino, la critica è quella di aver taciuto alle autorità competenti i dati riguardanti la scarsa copertura. Ma se si analizzassero nel dettaglio gli obblighi a capo delle case farmaceutiche, si scoprirebbe che le stesse avevano come obbligo solo quello di comunicare i dati relativi alla sicurezza e sull’efficacia del vaccino, mentre nessun riferimento sussiste circa i dati sulla copertura vaccinale. Non sussisterebbe quindi un obbligo giuridico di comunicazione, ma secondo Crisanti, vi sarebbe stato un obbligo morale. CONTINUA A LEGGERE..

La variabile legata alle mutazioni

A spiegare il tutto è poi intervenuta Erica Altieri, che sta a capo della divisione di valutazione dell’Agenzia europea del farmaco (EMA), secondo la quale il concetto di copertura vaccinale può variare anche in base alle diverse varianti del virus. Ecco perché quando è iniziato il trial nel 2020 i dati circa la copertura erano diversi da quelli attuali, in quanto non erano ancora presenti le varianti Alfa e Delta.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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