Coronavirus, anticorpi spariti nei non vaccinati: ecco cosa succede dopo un po' di tempo

I non vaccinati tornano a rischiare grosso nonostante la mutazione del Covid-19 in Omicron, ecco perché e cosa succede

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Da uno studio internazionale si è evinto che nei soggetti che non si sono sottoposti al vaccino gli anticorpi spariscono dopo dodici mesi: tutti i dettagli

La pandemia sembra volgere al termine e il coronavirus, o almeno la sua ultima mutazione, assomiglia più ad una forte influenza che a una patologia letale; con la trasformazione in Omicron il Covid-19 ha sì moltiplicato esponenzialmente la capacità di infettare l'organismo, favorendo l'immunità di gregge, ma ha anche visto ridurre il suo tasso di mortalità e di ricovero in terapia intensiva. In sostanza ora c'è una situazione di maggior “convivenza" tra il genere umano e il virus… anche se una bella fetta di popolazione rischia di non poter mai dormire “sonni tranquilli". In alcuni soggetti infatti, come evinto da uno studio internazionale, gli anticorpi sparirebbero dopo un certo intervallo di tempo. Si tratta dei non vaccinati, ecco di cosa si tratta e perché.

Lo studio sui non vaccinati

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), in collaborazione con gli scienziati di ricerca biomedica nella rete delle malattie infettive (CIBERINFEC), dell'Università Pompeu Fabra (UPF), del Genomes for Life-GCAT lab, dell'Università di Medicina di Vienna (Austria) e di altri istituti, ha condotto uno studio sulla presenza di anticorpi in soggetti vaccinati e non: i risultati hanno chiaramente mostrato che oltre un terzo dei non vaccinati che ha contratto il Covid-19 a un anno dell'infezione non ha più anticorpi rilevabili. Al contrario, questo fenomeno avviene soltanto nel 2,1% dei soggetti vaccinati a un anno dal completamento del ciclo vaccinale. Il suggerimento dunque resta sempre lo stesso, nonostante Omicron sia meno pericolosa del ceppo classico del Covid-19: chi non ha ricevuto il siero deve rimediare al più presto per evitare di stare molto male in caso di nuovo contagio, magari dovuto ad altre future varianti…

I vaccini più efficaci

Secondo lo stesso studio scientifico i vaccini più prestanti, e dunque in grado di fornire anticorpi più persistenti ed elevati, sono quelli a tecnologia mRNA, ovvero il Comirnaty di Pfizer-BioNTech e lo Spikevax di Moderna; non è un caso, infatti, che questi due sieri siano stati gli unici confermati dopo il primo periodo in cui c'erano anche i sieri di Johnson&Johnson e AstraZeneca. CONTINUA A LEGGERE…


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Coronavirus, il bollettino in Italia di venerdì 23 settembre 2022

Nelle ultime 24 ore sono stati 21.085 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 22.527. Diminuiscono i tamponi effettuati: 151.607, contro i 165.415 di ieri. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – quindi molecolari più antigenici rapidi – è al 13,9% (ieri era al 13,6%). Sono 49 i morti, 4 i posti letto occupati in meno in terapia intensiva rispetto a ieri. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 23 settembre.

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.