Bassetti: “È evidente che nel 2022 faremo una quarta dose”
In questo momento tutti gli sforzi sono concentrati sulle somministrazioni delle terze dosi, ma in futuro in realtà potrebbe essere necessaria addirittura una quarta dose del vaccino contro il Coronavirus. Ne è praticamente certo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale policlinico San Martino di Genova, che ha così commentato ai microfoni dell’Adnkronos Salute: “È evidente che nel 2022 faremo una quarta dose”.
Bassetti: “Quarta dose probabilmente con vaccino adeguato e migliorato”
Sulle tempistiche della quarta dose, però, non ci sono certezze: “Bisogna solo capire quando. Non credo che si farà nei primi mesi del nuovo anno per chi ha fatto e sta facendo adesso la terza dose. Dovremo attendere i risultati degli studi, vedere quanto dura l’immunità del ciclo completo con 3 dosi e poi valutare quando ci sarà bisogno della quarta”. La quarta dose potrebbe in realtà essere differente dalle precedenti: “Probabilmente si farà con un vaccino migliorato e adeguato alle varianti”.
Bassetti: “Omicron mi preoccupa relativamente”
Lo stesso Bassetti ha comunque voluto tranquillizzare a proposito della nuova variante Omicron che è “più contagiosa della Delta, ma non mi sembra che sia un problema rilevante dal punto di vista clinico, non sta dando quadri clinici devastanti, quindi mi preoccupa relativamente”. Anche sulla quarta dose l’infettivologo si dice molto tranquillo: “non dovrebbe essere un problema: se fare la quarta dose significa avere i numeri di attuali di Covid-19 e continuare a convivere con il virus depotenziandolo, non credo che i cittadini italiani avranno problemi se gli si dirà di vaccinarsi per la quarta volta nel 2022.”.
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Bassetti: “Atteggiamento di chiusura nei confronti del progresso è sbagliato”
Bassetti si ha lanciato inoltre un messaggio nei confronti di coloro che ritengono che quattro dosi possano essere troppe: “L’atteggiamento del ‘ah, ma ci avete fatto fare 3 dosi, adesso anche una quarta’ è sbagliato, perché è un atteggiamento di chiusura nei confronti dei progressi della medicina e della scienza. Liberi tutti di pensare quello che vogliono, ma la raccomandazione medica sarà questa”.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.
