Coronavirus, Bassetti: “XJ è una ricombinazione, non bisogna fare allarmismo inutile”
Nei giorni scorsi è stata isolata, a Reggio Calabria, la variante XJ del Coronavirus: in realtà, come spiega Matteo Bassetti, non si tratta di una vera e propria variante ma di “una ricombinazione delle sotto-varianti di Omicron BA.1 e BA.2, dunque contiene un pezzettino dell’una e dell’altra. Ma ancora una volta va fatta chiarezza senza alzare un polverone ingiustificato o allarmismo inutile: è nell’ordine delle cose che il virus muti ed evolva”, ha dichiarato all’Adnkronos il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Bassetti: “Scopriamo più mutazioni perché studiamo questo virus come mai fatto in passato”
Fino all’eventuale scoperta di dati certi che stabiliscano la maggiore contagiosità o la maggiore virulenza di una nuova variante, quindi, andrebbe evitato l’allarmismo inutile. “L’aver scoperto la mutazione XE in Inghilterra, come anche quella isolata in Calabria, è frutto del fatto che studiamo questo virus come mai avevamo fatto in passato. Ciò da una parte è un bene perché stiamo imparando a conoscerlo, dall’altra però continuano a uscire notizie scientifiche, cliniche, laboratoristiche che dovrebbero essere solo appannaggio della comunità scientifica”, ha spiegato Bassetti.
Bassetti: “Bisogna fare attenzione alla comunicazione corretta”
Secondo Bassetti, quindi, quando queste notizie arrivano al grande pubblico, “non pronto a capire fino in fondo cos’è una ricombinazione rispetto a una variante, si diffonde un allarmismo ingiustificato. Per questo bisogna fare molta attenzione alla comunicazione corretta”. A proposito di XJ, “per ora tutto quello che sappiamo è che potrebbe essere più contagiosa, ma deve assolutamente essere provato. Dunque ci vogliono ulteriori studi”.
Galli non è dello stesso avviso: “Con le nuove sottovarianti anche i vaccinati sono a rischio”
Non è dello stesso avviso, invece, Massimo Galli, ex professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’Ospedale Sacco: “Con la nuova sottovariante XE i vaccinati, anche con tre dosi, sono a maggior rischio di infezione e le persone anziane e fragili pure di malattia grave”, è quanto dichiarato ai microfoni de La Stampa.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.