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Coronavirus, brividi e dolori, ecco i nuovi sintomi che devono preoccuparci

Coronavirus, ecco quali sono i nuovi sintomi che non devono assolutamente essere trascurati secondo una recente ricerca

Coronavirus, brividi e dolori, ecco i nuovi sintomi che devono preoccuparci
Covid-19 ecco quali sono i nuovi sintomi secondo uno studio scientifico (foto: Pixabay)

Coronavirus, ecco i nuovi sintomi che sono stati evidenziati di recente secondo studi scientifici

A quasi un anno dalla diffusione del SARS-CoV-2, si sa ancora poco di questo nuovo ceppo di Coronavirus rilevato in Cina nel 2019. Un recente studio condotto dall’Imperial College di Londra ha evidenziato altri nuovi sintomi che si associano a quelli già noti. Perdita dell’olfatto e del gusto, tosse persistente e febbre sono gli indicatori principali di una probabile positività al Coronavirus. Tuttavia, la ricerca condotta dal team Real-time Assessment of Community Transmission (o più semplicemente React) dell’Imperial College di Londra, ha evidenziato altri possibili sintomi di cui dovremmo iniziare a preoccuparci. Da non perdere Coronavirus, arrivano novità sugli spostamenti tra regioni. 

I sintomi evidenziati

I dati registrati da giugno 2020 fino a gennaio 2021 e forniti da un campione di un milione di pazienti infetti, pare abbiano evidenziato la comparsa insistente di forti mal di testa, brividi, dolori muscolari, perdita dell’appetito, oltre ai sintomi già conosciuti della malattia. Stando ai risultati e alle considerazioni degli studiosi inglesi, lo sviluppo o meno di alcuni indizi spia è stato fortemente influenzato dall’età, come nel caso dell’inappetenza o dei dolori muscolari. Tuttavia, è stato riscontrato come invece i brividi fossero presenti in tutti i pazienti, indipendentemente dal sesso oppure dall’età anagrafica.

Il rischio di confondere i sintomi di influenza e Covid

La ricerca ha dimostrato anche un elevato rischio di positività al Covid-19 tra tutti coloro che accusavano i nuovi sintomi e li riferivano alle autorità sanitarie competenti. A differenza di questi ultimi, i ben noti indicatori del contagio (febbre, perdita del gusto e dell’olfatto) sono molto generici e possono essere facilmente confusi con altre tipologie di infezioni virali, come una comune e banalissima influenza. Va comunque precisato che sul rapporto è stato indicato che il 60% della popolazione risultata positiva al tampone, non ha registrato alcun sintomo o disturbo particolare nella settimana precedente al test di screening.

I dati non tengono conto delle recenti varianti

I dati della ricerca inglese si riferiscono comunque solo al ceppo di Coronavirus originario, da cui ha avuto inizio la pandemia globale. Non sono state tenute in considerazione le recenti varianti (inglese, brasiliana e africana), derivate da una mutazione dell’RNA del virus durante la replica di se stesso che ne spiega l’elevata capacità di trasmissibilità o il livello di gravità su alcuni individui.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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