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Coronavirus, ci si può ammalare dopo pochi mesi? Ecco cosa dicono i dati

Covid-19, è possibile la reinfezione dopo pochi mesi? Cosa dicono i dati e le parole di Pregliasco

Coronavirus, ci si può ammalare dopo pochi mesi? Ecco cosa dicono i dati
Coronavirus, ci si può ammalare dopo pochi mesi? Ecco cosa dicono i dati - Foto Pixabay

Coronavirus, più di 400mila casi di reinfezione in Italia

Di Covid-19 ci si può riammalare, questo ormai è risaputo. I dati ci dicono che dal 24 agosto 2021 all’11 maggio 2022 sono stati segnalati 438.726 casi di reinfezione; nell’ultima settimana analizzata, quella fino al 3 maggio, la percentuale di persone che ha contratto la malattia dopo che l’aveva già avuta è al 5,8%, contro il 5% della settimana precedente. È quanto emerge dal report esteso dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento dell’epidemia.

Chi rischia di infettarsi nuovamente

L’aumento del rischio di reinfezione, come fa sapere l’Iss, è accentuato nei soggetti con prima diagnosi notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti; nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle donne rispetto agli uomini; nelle fasce di età più giovani (12-49 anni); negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

Pregliasco: “Questo virus ci mostra la sua capacità evolutiva”

Come spiegato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, al Corriere della Sera e riportato da SkyTg24, “questo virus ci dimostra la sua capacità evolutiva, che è quella di incrementare la sua contagiosità. La sua instabilità gli sta permettendo di evolvere in nuove varianti che facilitano la capacità di saper scappare sia dall’immunità conferita dalla malattia, sia da quella data dalla vaccinazione”. Leggi anche Long Covid, sintomi anche due anni dopo: ecco i disturbi più comuni. Lo studio

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Pregliasco: “Ecco chi rischia di più la reinfezione”

Proprio a causa delle sue particolarità, è possibile riammalarzi anche ogni tre mesi. “Questa è la conseguenza del vantaggio evolutivo del virus”, spiega Pregliasco. A rischiare di più la reinfezione è “sicuramente chi non è vaccinato o chi ha fatto il vaccino da molto tempo. Il soggetto più resistente è l’infettato-vaccinato, poi ci sono alcune caratteristiche genetiche personali ancora oggi non completamente conosciute”.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.

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