Coronavirus cinese, dott. Pregliasco: "Possibili casi in Italia" | Sintomi e la mappa per controllare il virus
di Marco Reda
Il dottor Pregliasco ha parlato ai microfoni di Radio Cusano Campus del "futuro" del coronavirus. E lo scenario non promette bene...
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Coronavirus cinese, dott. Pregliasco: “Possibili casi in Italia"
Il coronavirus cinese si sta espandendo a macchia d'olio in gran parte del mondo. Non solo la Cina (il virus si è sviluppato a Wuhan) tra i paesi alle prese con il pericolosissimo virus polmonare: vittime registrate anche in Giappone, Thailandia, Malesia, Hong Kong, Corea del Sud, Australia, Francia, Germania e altri stati asiatici. In Italia finora non ci sono stati morti per coronavirus, ma lo scenario non è rassicurante. Il dottor Fabrizio Pregliasco, virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano, ha infatti spiegato ai microfoni di Radio Cusano Campus che il virus causerà molte altre vittime, probabilmente anche in Italia.
Le parole del dott. Pregliasco
“Bisogna spegnere subito l’incendio – ha dichiarato il dott. Pregliasco riguardo il coronavirus, che finora ha ucciso oltre 130 persone – evitare i contagi e pianificare la produzione di vaccini che però non potranno essere disponibili prima di un anno. I casi del passato però hanno insegnato che bisogna coordinarsi e spero che la fine di questa emergenza possa essere vicina“. “Tra i casi accertati – ha proseguito l'esperto – il tasso di mortalità è del 10-15%, ma la dimensione la potremo capire solo nel tempo. Il fatto che il virus venga trasmesso anche da soggetti asintomatici rende più difficile i controlli. Temo che ci saranno altri morti e qualche caso anche in Italia".
Coronavirus, i sintomi principali
Febbre, tosse e difficoltà respiratorie sono i sintomi più comuni del coronavirus. In alcuni casi più gravi l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e anche la morte. I coronavirus umani comuni di solito possano essere causa scatenante di malattie del tratto respiratorio superiore come il raffreddore, con sintomi come naso che cola, sensazione diffusa di malessere, tosse, mal di testa. In altri casi si possono avere polmonite o bronchite, nei soggetti con un sistema immunitario indebolito, come neonati e anziani, come riporta Sky.
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La mappa della Johns Hopkins University: come monitorare il coronavirus
I ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimore (Maryland, USA) hanno ideato una mappa speciale che mostra il numero di morti ufficiali e casi accertati di coronavirus in tutto il mondo. I dati sono attendibili al 100% in quanto forniti dal Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dal CDC cinese. Il sistema è davvero notevole, con riquadri intuitivi e precisi che mostrano dove, quando e con che frequenza il coronavirus si è diffuso in un determinato stato, un lavoro davvero certosino. L'obiettivo degli scienziati americani era dunque fornire al pubblico uno strumento ufficiale, consultabile sia via smartphone che pc, in grado di dire davvero le cose come stanno (senza fake news).
Virus polmonare cinese, in produzione il vaccino per il coronavirus
Il numero dei casi, nonostante le operazioni di contenimento del virus, aumenta sempre più velocemente e ciò ha indotto le autorità a prendere seri provvedimenti. Come riporta ScienceAlert.com, infatti, la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) ha commissionato la produzione di un vaccino. L'Università del Queensland (Australia) è stata incaricata dalla CEPI di produrre una cura a questo terribile virus. Il Professor Paul Young, capo della School of Chemistry and Molecular Biosciences, ha infatti dichiarato che l'ateneo australiano ha a disposizione una nuova tecnologia in grado di preparare il vaccino e metterlo a disposizione entro sei mesi. Ma la QU non sarà sola nella ricerca. “Probabilmente – ha fatto sapere Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Malattie infettive degli Stati Uniti – saremo in grado, a meno che non ci siano blocchi imprevisti, di iniziare una sperimentazione di Fase 1 in circa tre mesi“. E a loro si aggiungono altri gruppi di ricerca indipendenti. L'unione farà la forza contro il coronavirus?
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.
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