
Coronavirus, in autunno nuovo lockdown? Ecco il possibile scenario
Da mesi, ovviamente, non si parla d’altro: il coronavirus, noto anche come COVID-19, si è abbattuto sul nostro pianeta come un meteorite causando la più grande crisi sanitaria, economica e psicosociale dal Dopoguerra. In questo momento l’Italia è nel pieno della Fase 3, quella di convivenza con il virus e in cui la maggior parte delle attività lavorative è ripartita per recuperare dalla crisi causata dal lockdown. Ma proprio a proposito di lockdown, a preoccupare è la famigerata “seconda ondata” di contagi che, secondo gli esperti, dovrebbe arrivare in autunno. Non è ancora chiaro sulla base di cosa, trattandosi in questo caso di un virus non stagionale, ma i Governi dei vari stati del mondo preferiscono non farsi cogliere impreparati e sono già al lavoro per fronteggiare la possibile nuova emergenza.
Lo scenario
Una cosa è certa: pochissimi stati del pianeta, e tra questi non c’è sicuramente l’Italia, possono permettersi un nuovo lockdown. Tre mesi di stop forzato (per alcuni un po’ meno, per altri di più) hanno già causato danni molto seri all’economia del nostro paese, sia per la produzione interna sia per l’accoglienza dei turisti dall’estero. E quindi cosa succederà nel caso in cui ci si troverà di fronte a una nuova emergenza sanitaria? La linea dell’Italia, sin da marzo scorso, è quella della prudenza: riaprire piano piano e non prima di un lungo periodo di quarantena, far rispettare le norme igneinche e di distanziamento sociale (soprattutto ora che è arrivata l’estate) e isolare i possibili nuovi focolai. Dunque maggiori controlli in ogni luogo per controllare la situazione ed evitare l’arrivo di una seconda ondata, sia in estate che in autunno, scongiurando quindi un nuovo lockdown. Negli altri stati infatti una nuova “quarantena nazionale” non sarà più possibile in quanto non ci sono più risorse finanziarie per sostenere i lavoratori mentre sono costretti a stare in casa. Prende quindi piede lo scenario di una curva dei contagi stabile o tendente a calare, che non potrà scomparire di getto ma che sarà gestita in modo da non tornare mai più in lockdown. Fino all’arrivo del “vaccino libera tutti”.
Il bollettino della Protezione Civile di lunedì 15 giugno 2020
Il totale delle persone che hanno contratto il coronavirus, come riportato dal bollettino della Protezione Civile, è 237.290 con un incremento rispetto a ieri di 303 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 25.909, con una decrescita di 365 persone. Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 15.976 in Lombardia, 2.604 in Piemonte, 1.500 in Emilia-Romagna, 755 in Veneto, 489 in Toscana, 246 in Liguria, 1.292 nel Lazio, 617 nelle Marche, 289 in Campania, 410 in Puglia, 66 nella Provincia autonoma di Trento, 805 in Sicilia, 99 in Friuli Venezia Giulia, 486 in Abruzzo, 94 nella Provincia autonoma di Bolzano, 18 in Umbria, 33 in Sardegna, 12 in Valle d’Aosta, 37 in Calabria, 70 in Molise e 11 in Basilicata.
Coronavirus, Conte: “Cassa integrazione per tutti finché ce ne sarà bisogno“
Nuovo annuncio da parte del Premier Giuseppe Conte Conte. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che l’obiettivo del Governo è garantire la Cassa integrazione a tutti i lavoratori e per tutto il tempo necessario. Conte lo ha dichirato rivolgendosi ai sindacati nella seconda giornata degli Stati generali dell’Economia che è in corso a Roma presso Villa Pamphili. Ci sarà un decreto legge, che verrà adottato oggi stesso in un Consiglio dei ministri che si svolgerà a margine degli incontri odierni. In particolare le aziende e i lavoratori che hanno esaurito le prime 14 settimane di cassa integrazione potranno richiedere da subito le ulteriori 4 settimane approvate con il decreto ‘Rilancio'”, come riporta ilroma.net.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.