Le Regioni che rischiano il passaggio a zona gialla e rossa nel weekend
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza si prepara ad una nuova ordinanza con la quale molte regioni in area gialla rischiano il passaggio alla zona arancione o rossa. Le nuove restrizioni avranno vigore a partire da domenica 21 o da lunedì 22 febbraio. Il governatore dell’Emilia Romagna Stefanno Bonaccini è anche presidente della Conferenza Stato-Regioni e ha già anticipato che la sua regione passerà in fascia arancione. Sono previsti però altri passaggi. Le aree più a rischio sono la Lombardia, il Piemonte e le Marche che attualmente sono zona gialla e potrebbero diventare arancione, mentre l’Umbria e l’Abruzzo rischiano la zona rossa. Leggi anche Coronavirus, disposta la chiusura delle scuole in una città della Campania: ecco quale.
La novità delle regioni bianche
Il Lazio forse resterà area gialla, mentre la Valle d’Aosta è candidata a diventare zona bianca. Le regioni che rientrano in quest’ultima fascia introdotta a gennaio, presentano gli indicatori migliori e si configurano a basso rischio. Le regioni definite “bianche” possono aprire musei e teatri, bar e ristoranti, piscine e palestre ed anche gli impianti da sci. La diffusione nel Paese delle numerose varianti tuttavia sta avendo un tragico impatto sulla situazione sanitaria. In Abruzzo ad esempio si sta registrando una rapida moltiplicazione di casi della variante inglese, in Umbria invece si sta diffondendo quella brasiliana. Il rischio è che le terapie non producano effetti su queste mutazioni e che i vaccini non riescano a proteggere la popolazione.
I governatori regionali già insorgono
Le indiscrezioni degli ultimi giorni circa il passaggio delle Regioni a zone che impongono maggiori restrizioni hanno già animato il dibattito politico. Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia afferma che la sua regione resterà gialla. Uguale sicurezza la esprimono il governatore lombardo, Attilio Fontana e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, così come il governatore piemontese, Alberto Cirio. La situazione però appare complessa perché oltre all’indice di contagio (Rt), vanno valutatati diversi elementi, non ultima la pressione sulle strutture ospedaliere che in alcune regioni sta salendo in modo preoccupante o la presenza di mutazioni del virus. CONTINUA A LEGGERE..
I timori di un lockdown generalizzato
Si attende quindi, il risultato del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute sulla situazione dell’epidemia nel Paese a cui seguirà una nuova ordinanza con la quale si definiranno le diverse zone di rischio. E mentre alcuni virologi chiedono a gran voce un lockdown generalizzato per tutelare il Paese dalle numerose varianti, Mario Draghi, neo Presidente del Consiglio si prepara a rendere concreto il suo piano di contenimento del coronavirus già annunciato in Parlamento.
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