Coronavirus, ecco le regioni che rischiano di diventare zona “rosso scuro”: tutti i dettagli
Il coronavirus continua ad affliggere l’Italia e il Governo, in collaborazione con il Comitato Tecnico Scientifico e l’Istituto Superiore di Sanità, è costantemente al lavoro per contrastare la situazione di pandemia e riportare il Paese, il più velocemente possibile, ad un qualcosa che si avvicina alla normalità. Negli ultimi giorni il numero dei positivi è calato, grazie alle misure restrittive imposte dall’esecutivo e al senso di responsabilità dei cittadini; tuttavia esistono alcuni territori in cui, invece, il COVID-19 continua a correre veloce e la situazione non accenna a migliorare particolarmente. Ragion per la quale le autorità competenti, come riportato da FanPage.it, starebbe pensando di inserire alcune Regioni in zona “rosso scuro” (più di 500 contagi su 100 mila abitanti). L’APPELLO DEL PROFESSOR RICCIARDI: SERVE UN LOCKDOWN DI UN MESE COME L’ANNO SCORSO”
Le regioni che potrebbero andare in zona “rosso scuro”
Sotto “la lente” dell’Unione Europea ci sono le regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Provincia Autonoma di Bolzano: queste zone finirebbero in una fascia di rischio più alta perché presentavano un numero cumulativo di casi superiore a 500 ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Nel dettaglio, il Friuli-Venezia Giulia presentava un tasso di 768 casi ogni 100 mila abitanti, la Provincia Autonoma di Bolzano 696, il Veneto 656 e l’Emilia-Romagna 528. Si attende dunque una decisione in merito entro il 29 gennaio, giorno in cui verranno esaminati i nuovi dati dal Ministero della Salute: si pensa all’obbligo di tampone e quarantena per chi rientra in questi territori da viaggi nell’Unione Europea. VACCINI, LA MINACCIA DI CONTE AD ASTROZENECA: “AVVIEREMO AZIONI LEGALI”
Ecco le regioni che sperano di passare da zona arancione a gialla
Allo stato attuale sono 14 le regioni in zona arancione: si tratta di Calabria, Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta, Sardegna e Lombardia. In questa fase, dunque, ci si chiede quali tra queste regioni possano sperare in un cambio colore (passando in zona gialla) con il prossimo monitoraggio del 29 gennaio. In tal senso, secondo quanto riportato da “Today.it”, devono solitamente intercorrere due settimane prima del cambio colore e, dunque, teoricamente Emilia Romagna, Veneto e Calabria avranno la possibilità di entrare in zona gialla dal momento che il loro passaggio in zona arancione è datato 11 gennaio. Tale ipotesi sarà valida a partire da domenica prossima anche per Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Umbria e Valle D’Aosta (in zona arancione dal 17 gennaio). Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia, invece, sono in zona rossa dal 17 gennaio e, dunque, all’inizio della prossima settimana – se i dati lo consentiranno – potranno passare in zona arancione.
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La Sardegna prova a tornare subito in zona gialla
Secondo quanto riportato da “Today.it”, la Sardegna starebbe provando a passare da zona arancione a zona gialla senza attendere i canonici 14 giorni. Al momento sarebbero in corso delle interlocuzioni tra la Regione Sarda ed il Governo centrale, con Solinas che – stando a quanto scrive “L’Unione Sarda” – spera in una nuova ordinanza nei prossimi giorni basata sui dati attuali e non su quelli della settimana compresa tra l’11 ed il 17 gennaio. Al momento, però, quella intrapresa dalla Sardegna sembra una strada complicata e, se non dovessero esserci delle novità ufficiali dal Ministero della Salute, la Regione dovrà continuare a restare in zona arancione fino al prossimo 7 febbraio. Nella pagina successiva potrete leggere delle importanti novità relative alla scuola. Nella pagina successiva potrete leggere l’ultimo bollettino diffuso dalla Protezione Civile.
Coronavirus, il bollettino di lunedì 25 gennaio 2021
Nelle ultime 24 ore sono stati 8.562 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 11.629. Diminuiscono i tamponi effettuati: 143.116, contro i 216.211 di ieri. Nel conteggio, da qualche giorno, rientrano anche i test antigenici rapidi. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi è al 5,98% (ieri 5,38%), ma il dato è influenzato dal conteggio dei test antigienici rapidi che si sommano a quelli molecolari. Sono 420 i morti, 21 i pazienti in più in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 25 gennaio.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.