Coronavirus, ecco le regioni che rischiano di più con la terza ondata
Il coronavirus continua ad affliggere l’Italia e la comparsa delle varianti (soprattutto quella inglese) ha causato un nuovo aumento degli infetti: la terza ondata è praticamente arrivata anche nel nostro Paese e sono tante le regioni in cui la situazione è particolarmente delicata. Le ultime mutazioni del COVID-19 hanno “resuscitato” l’emergenza sanitaria, con le terapie intensive nuovamente intasate e uno scenario che, se non controllato, potrebbe portare al collasso delle strutture ospedaliere. Vediamo quali sono i territori dello Stivale che rischiano di più con la terza ondata del coronavirus, in base ai dati dell’Agenzia per i Servizi Sanitari (Agenas).
Le regioni più a rischio
Le regioni che superano la soglia del 30% di occupazioni dei posti letto sono 7: Umbria con addirittura il 55%, Molise (44%), Provincia di Trento (43%), Abruzzo (40%), Friuli-Venezia Giulia (35%), Provincia Autonoma di Bolzano (33%) e Marche (31%). In questi territori, se la situazione non dovesse migliorare, la “retrocessione” o lo stazionamento in zona rossa o arancione scuro è più probabile. Subito dopo ci sono le regioni vicine alla fatidica soglia limite ma che non vanno ancora oltre, ovvero Lombardia, Puglia ed Emilia-Romagna (esattamente al 30%), a seguire Toscana e Piemonte rispettivamente al 29 e 27%. Tutte le altre sono al momento “fuori pericolo” per quanto riguarda l’intasamento degli ospedali.
Le nuove zone rosse, arancioni, gialle e bianche d’Italia
Zona rossa: Basilicata e Molise; Zona arancione: Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania; Zona gialla: Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Friuli -Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Calabria, Sicilia; Zona bianca: Sardegna
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Coronavirus, il bollettino di lunedì 1 marzo 2021
Nelle ultime 24 ore sono stati 13.114 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 17.455. Diminuiscono i tamponi effettuati: 170.633, contro i 257.024 di ieri. Nel conteggio, dallo scorso 15 gennaio, rientrano anche i test antigenici rapidi. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi è al 7,68% (ieri 6,8%), ma il dato è influenzato dal conteggio dei test antigienici rapidi che si sommano a quelli molecolari. Sono 246 i morti, 58 i pazienti in più in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 1° marzo.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.