Coronavirus, Gelmini svela: "Draghi avrebbe voluto allungare l'anno scolastico, ma i sindacati non hanno voluto..."
Maria Stella Gelmini, Ministra agli Affari Regionali, ha spiegato cosa aveva in mente il Governo sulle scuole e perché il progetto è naufragato
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Coronavirus, Gelmini svela: “Draghi avrebbe voluto allungare l'anno scolastico, ma i sindacati non hanno voluto…"
Lunedì 26 aprile 2021 è la data della riapertura di diverse attività lavorative in Italia: la maggior parte delle imprese e aziende più limitate dalle restrizioni anti coronavirus, infatti, potrà avere un po' di “respiro" dopo un anno a dir poco travagliato. Chi ha vissuto non poche difficoltà da febbraio scorso a questa parte è anche il mondo della scuola, “salvato" dalla didattica a distanza ma che da tempo preme per il ritorno in classe al 100% almeno degli studenti delle superiori. Un rientro che sarebbe dovuto avvenire proprio la prossima settimana ma che, dopo le ultime valutazioni, avverrà solo al 60% nelle zone gialle e arancioni. Il Premier Mario Draghi tra l'altro aveva un piano per recuperare il tempo trascorso in DAD, finito poi in cantina. Perché? A rivelarlo al quotidiano La Stampa è stata Maria Stella Gelmini, Ministra per gli Affari Regionali. Con una frecciatina in particolare…
Le rivelazioni della Gelmini
“Sarebbe bastato allungare l’anno scolastico come aveva detto il premier Mario Draghi in Parlamento – ha dichiarato la Gelmini – invece i sindacati non hanno voluto. Per colpa loro ci dobbiamo inventare le metropolitane che volano. Il trasporto pubblico è un problema con le scuole aperte, però in questi mesi non si è fatto nulla e le gare presentate dalle Regioni per acquistare mezzi in più vanno a rilento". Parole forti quelle della Ministra, che addossa dunque la responsabilità dei rallentamenti riguardo il settore scolastico ad esponenti ben precisi. Sono comunque già previsti dei recuperi estivi, dedicati però principalmente ad attività ludiche e di socialità. ECCO LA GREEN CARD PER GLI SPOSTAMENTI TRA REGIONI: COME FUNZIONA
Il bollettino di martedì 20 aprile 2021
Nelle ultime 24 ore sono stati 12.074 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 8.864. Aumentano i tamponi effettuati: 294.045, contro i 146.728 di ieri. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – quindi molecolari più antigenici rapidi – è al 4,1% (ieri era al 6%). Sono 390 i morti, 93 i pazienti in meno in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 20 aprile. L'ANNUNCIO DI SPERANZA SUL COPRIFUOCO
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Coronavirus, ecco le regioni che rischiano di rimanere in zona arancione dal 26 aprile
Il 26 aprile è la data cerchiata in rosso sui calendari di centinaia di migliaia di italiani: quello sarà il giorno in cui in Italia torneranno in vigore le zone gialle, sospese dal Premier Mario Draghi da diverse settimane per dare un'importante sterzata alla lotta contro il coronavirus. La situazione ora è in lieve miglioramento, con la curva epidemiologica in flessione dopo un autunno/inverno particolarmente ostici e la campagna di vaccinazione che (seppur con qualche ritardo) procede. Inoltre le categorie più penalizzate dai lockdown e dalle chiusure sono davvero al collasso, motivi per il quale a partire dalla prossima settimana in alcuni territori si assisterà alla riapertura graduale di bar, ristoranti, pizzerie, teatri, cinema, mostre e musei. Ci sono però alcune regioni che, come riportato da SkyTg24, rischiano di rimanere ancora escluse dalla zona gialla e rimarranno in arancione almeno fino ai primi di maggio. Ecco quali sono.
Le regioni che resteranno in arancione
Le regioni Valle d'Aosta, Campania, Puglia e Sardegna con ogni probabilità rimarranno in zona arancione il 26 aprile: questo perché per “sperare" nella promozione nella fascia di rischio minore, in questo caso la zona gialla, un territorio deve permanere nella fascia assegnata dal Ministero della Salute per almeno 14 giorni. E il monitoraggio dati di venerdì scorso ha assegnato l'arancione a questo gruppo di territori, che dunque dovranno ancora attendere per la riapertura delle attività sopraelencate. E attenzione perché a rischiare sono anche altre regioni…
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Le altre regioni a rischio
Oltre alle “fantastiche 4" del paragrafo precedente, infatti, a rimanere in zona arancione anche il 26 aprile potrebbero essere Sicilia, Calabria, Basilicata e Toscana per le quali saranno decisive le analisi dei dati sull'indice Rt che verranno effettuate venerdì 23 aprile da Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e Comitato Tecnico Scientifico. In questi territori si è particolarmente in bilico tra il giallo e l'arancione e se i valori dovessero essere ritenuti al di sotto della soglia minima anche solo per un0 0,01% non si potrà dare l'ok alle riaperture anticipate dal Governo. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.
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