Il Long Covid può condizionare le persone che hanno contratto il virus fino a due mesi dopo la guarigione: i dettagli dello studio italiano
Il coronavirus è una malattia subdola come poche (forse nessuna) nell’era moderna: la facilità di contagio del Covid-19 (e tutte le sue varianti) e soprattutto il suo manifestarsi anche in maniera asintomatica ha reso particolarmente complicata la “guerra” contro il virus, ritardando sempre di più il ritorno ad una pseudo-normalità che possa trasformare la pandemia in fase endemica. E a peggiorare la situazione è il fatto che chi ha contratto il Covid in molti casi ha avuto a che fare con degli strascichi fisici per un altro lungo periodo di tempo. Questo è quanto emerso da una ricerca condotta dai medici dei reparti di Pneumologia e Terapia Intensiva Respiratoria del Policlinico Sant’Orsola di Bologna.
I risultati della ricerca
Dall’analisi di un campione di pazienti affetti da Covid-19, poi guariti, è risultato che il 60% delle persone hanno continuato ad avere sintomi particolari anche due mesi dopo le dimissioni dall’ospedale, percentuale che si riduce al 40% solo dopo sei mesi. I sintomi di cui si parla sono sono fatica nel respirare, debolezza, tosse, dolore toracico, tachicardia, disturbi dell’equilibrio, nausea o febbricola. Si tratta di problemi che non possono essere risolti immediatamente in nessun modo, se non magari con delle terapie specifiche prescritte dal medico, e che non hanno alcuna spiegazione logica. In alcuni organismi si sviluppano e in altri no, il che è uno dei fattori che rende difficile uno studio completo al 100% su questo virus così strano.
Il bollettino di lunedì 24 gennaio 2022
Nelle ultime 24 ore sono stati 77.696 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 138.860. I tamponi effettuati sono 519.293, contro i 933.384 di ieri. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – quindi molecolari più antigenici rapidi – è al 15% (ieri era 14,9%). Sono 352 i morti (compreso qualche riconteggio), stabili invece le terapie intensive. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 24 gennaio.
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Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.