Coronavirus, il nuovo appello del Prof. Ricciardi: “Occorre un lockdown nazionale di 3-4 settimane. E sui vaccini…”
Il coronavirus continua ad affliggere tutta Italia e il Governo, in collaborazione con il Comitato Tecnico Scientifico e l’Istituto Superiore di Sanità, è costantemente al lavoro per proteggere il Paese (e di conseguenza i cittadini) da una nuova emergenza sanitaria. Anche perché, nonostante l’effettivo calo della curva epidemiologia negli ultimi giorni, a preoccupare è la comparsa delle varianti brasiliana, inglese ecc. Motivo per il quale secondo il Professor Walter Ricciardi, Consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, l’Italia ha bisogno di un lockdown totale (proprio come quello della scorsa primavera) di almeno 3-4 settimane. Solo così per l’esperto, come ha dichiarato a margine di un’intervista per il quotidiano Il Messaggero, i contagi saranno davvero ridotti al minimo e si potrà pensare a una vera e perentoria riapertura graduale.
Le parole di Ricciardi sul lockdown
“Per almeno tre o quattro settimane – ha ribadito per l’ennesima volta il Prof. Ricciardi – dobbiamo stroncare subito la diffusione di nuove varianti. Dopo avere rallentato il contagio si può ripartire a regime con testing, tracciamento e campagna vaccinale. In caso contrario rischiamo il lockdown, come probabilmente farà invece presto la Francia. E guardiamo a ciò che sta succedendo in Spagna e Portogallo. Rischiamo la stessa esplosione del contagio”. “Tutti i paesi – ha aggiunto Ricciardi – stanno chiudendo le scuole, dovremmo pensarci anche noi. Ad esempio in nord Europa hanno sospeso le lezioni anche alle elementari, a causa della variante inglese”. L’idea di una zona rossa nazionale per tre-quattro settimane, tuttavia, al momento non è assolutamente nei piani del Governo.
Ricciardi e lo “scetticismo” sui vaccini
Walter Ricciardi ha anche parlato della campagna di vaccinazione che ha visto il primo intoppo, per cause esterne all’Italia, dopo poche settimane dal suo inizio: “l’immunità di gregge – ha detto l’esperto alla stampa – la avremo solo quando vaccineremo il 70-80% della popolazione e secondo me siamo ancora in grado di riuscirci entro la fine dell’anno. E sarei anche favorevole a una forma di attestazione che dia la possibilità a chi è vaccinato di dichiararlo. Il che potrebbe far ripartire molte attività e diventare anche un incentivo a vaccinarsi”. NUOVO STRANO SINTOMO DEL COVID-19: ECCO QUAL É
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Ecco le regioni che rischiano di diventare zona “rosso scuro”: tutti i dettagli
Il coronavirus continua ad affliggere l’Italia e il Governo, in collaborazione con il Comitato Tecnico Scientifico e l’Istituto Superiore di Sanità, è costantemente al lavoro per contrastare la situazione di pandemia e riportare il Paese, il più velocemente possibile, ad un qualcosa che si avvicina alla normalità. Negli ultimi giorni il numero dei positivi è calato, grazie alle misure restrittive imposte dall’esecutivo e al senso di responsabilità dei cittadini; tuttavia esistono alcuni territori in cui, invece, il COVID-19 continua a correre veloce e la situazione non accenna a migliorare particolarmente. Ragion per la quale le autorità competenti, come riportato da FanPage.it, starebbe pensando di inserire alcune Regioni in zona “rosso scuro” (più di 500 contagi su 100 mila abitanti).
Le regioni che potrebbero andare in zona “rosso scuro”
Sotto “la lente” dell’Unione Europea ci sono le regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Provincia Autonoma di Bolzano: queste zone finirebbero in una fascia di rischio più alta perché presentavano un numero cumulativo di casi superiore a 500 ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Nel dettaglio, il Friuli-Venezia Giulia presentava un tasso di 768 casi ogni 100 mila abitanti, la Provincia Autonoma di Bolzano 696, il Veneto 656 e l’Emilia-Romagna 528. Si attende dunque una decisione in merito entro il 29 gennaio, giorno in cui verranno esaminati i nuovi dati dal Ministero della Salute: si pensa all’obbligo di tampone e quarantena per chi rientra in questi territori da viaggi nell’Unione Europea.
Coronavirus, il bollettino di lunedì 25 gennaio 2021
Nelle ultime 24 ore sono stati 8.562 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 11.629. Diminuiscono i tamponi effettuati: 143.116, contro i 216.211 di ieri. Nel conteggio, da qualche giorno, rientrano anche i test antigenici rapidi. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi è al 5,98% (ieri 5,38%), ma il dato è influenzato dal conteggio dei test antigienici rapidi che si sommano a quelli molecolari. Sono 420 i morti, 21 i pazienti in più in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 25 gennaio.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.