Il Professor Massimo Galli, virologo e docente all’Università degli Studi di Milano, analizza il ruolo delle reinfezioni da Covid-19: “l’allarme” dell’esperto
La comparsa di Omicron ha stravolto ogni concezione (o almeno le più importanti) riguardo il coronavirus: non più una malattia letale o in grado di spedire in terapia intensiva, bensì un virus più simile a quelli influenzali che però può aggirare e bucare i vaccini quasi come non li avessimo fatti. La straordinaria capacità del Covid-19 di mutare e di trovare forme nuove di attaccare l’organismo sta rendendo il lavoro degli scienziati e delle autorità sanitarie ancor più complicato, soprattutto per contrastare le pericolose reinfezioni. A causa di Omicron e delle sue sottovarianti è infatti aumentato il numero di persone che, nonostante il vaccino, si sono ammalate nuovamente dopo aver contratto il Covid una volta. Ad analizzare questo inquietante aspetto per il quotidiano Il Mattino è stato il Professor Massimo Galli, virologo e docente presso l’Università degli Studi di Milano.
Galli sulle reinfezioni
“Omicron e i suoi discendenti – ha spiegato Galli – sono molto differenti dal virus selvaggio originario. Sono tra le altre cose in grado di bucare sia l’immunità conferita dal vaccino che dalle altre infezioni. Io stesso con tre dosi ho preso un’infezione da Omicron 1 per esempio. Di solito sono casi non gravi che possono diventarlo invece nei non vaccinati”. Attualmente gli episodi di reinfezione costituiscono il 5,8% dei contagiati, lo 0,8% in più rispetto alla scorsa settimana quando le persone reinfettate dopo un primo contagio ammontavano a 400mila. Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha invitato alla calma, data la minor pericolosità di Omicron rispetto al ceppo classico del virus, ma Galli ha spiegato che “non possiamo escludere momentanee fiammate a maggior letalità, considerando anche il fatto che il virus continua a infastidire anziani e fragili dove non a caso si concentrano i decessi”. LONG COVID, SINTOMI ANCHE DUE ANNI DOPO: COSA PUÓ SUCCEDERE
Il ruolo dei vaccini
A giocare un ruolo importante nella difesa dell’organismo dal Covid sono sicuramente i vaccini, tuttavia i sieri di Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson non garantiscono né la protezione al 100% dal contrarre il virus né l’immunità eterna. L’obiettivo degli scienziati era in primis vaccinare più persone possibili per evitare di ripetere l’ecatombe di febbraio-maggio 2020, dopodiché realizzare un vaccino a richiamo annuale con “aggiornamenti” sulle varie mutazioni del virus. Tutto ciò è più ostico del previsto, come anticipato, a causa delle numerose mutazioni del Covid e proprio per questo l’imperativo per i cittadini è quello di continuare ad essere prudenti.
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Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.