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Coronavirus, il sindaco di Messina chiude le scuole e sfida la Azzolina: “Se vuole, impugni la mia ordinanza”

Il Sindaco di Messina Cateno De Luca chiude le scuole del suo territorio e sfida il Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina

Coronavirus, il sindaco di Messina chiude le scuole e sfida la Azzolina: “Se vuole, impugni la mia ordinanza”
Foto Wikipedia

Coronavirus Messina, il sindaco De Luca chiude le scuole e sfida la Azzolina: “Se vuole, impugni la mia ordinanza”

Per limitare la diffusione del contagio da coronavirus, il Sindaco Cateno De Luca ha deciso di firmare un’ordinanza ancora più restrittiva rispetto all’ultimo Dpcm firmato dal Premier Giuseppe Conte. La regione Sicilia è stata classificata zona arancione e pertanto la didattica può proseguire in presenza e all’interno dei plessi scolastici. Secondo il Sindaco di Messina la reale situazione sull’isola è peggiore rispetto a quella dichiarata dal Presidente Nello Musumeci e dall’Assessore alla Sanità Ruggero Razza. Per bloccare l’infezione è necessario intervenire tempestivamente e salvaguardare la salute di tutti i cittadini. Da una parte il diritto all’istruzione e dall’altro il diritto alla vita. Il primo cittadino messinese sceglie di tutelare la salute dei suoi concittadini, chiedendo proprio a tutti loro qualche sacrificio in più.

Coronavirus: scuole chiuse a Messina

Il Primo Cittadino ha deciso di chiudere tutte le scuole fino a data da destinarsi, poiché in Sicilia il trend di contagio resta in costante aumento e negli ultimi mesi sono stati confermati parecchi casi di diffusione del virus Sars CoV2, in riferimento proprio ai contatti avvenuti all’interno delle scuole. Il sindaco De Luca, preoccupato per la situazione attuale, ha ritenuto opportuno attuare subito misure ancora più restrittive.

De Luca: “Chiudere le scuole è un dovere delle istituzioni”

Il sindaco di Messina, sin dai mesi primaverili, ha chiesto di attuare controlli rigidi in tutto il territorio. La situazione attuale, secondo la quale il numero di contagi in Sicilia è aumentato in modo precipitoso, è l’effetto di errori da parte delle istituzioni locali. Per ottenere risultati soddisfacenti e riuscire a ridurre realmente la diffusione del virus Sars CoV2, è necessario bloccare alcune attività e limitare le occasioni nelle quali i cittadini, non appartenenti allo stesso nucleo familiare, possano incontrarsi. Una di queste è proprio la scuola. All’interno di un plesso scolastico lavorano numerosi operatori (dirigente scolastico, insegnanti, collaboratori, personale ATA) che ogni giorno entrano in contatto con gli alunni che frequentano le classi, ma appartengono ad altrettante famiglia. Consentire ogni giorno questi incontri, nonostante siano importanti per i più giovani, rischia di trasformarsi in poco tempo in una tragedia e pertanto è obbligatorio intervenire subito.

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Coronavirus, il bollettino di venerdì 6 novembre 2020

In data venerdì 6 novembre 2020 si registrano 37.809 nuovi casi di coronavirus in Italia (giovedì 5/11 erano 34.505), a fronte di 234.245 tamponi giornalieri effettuati (ieri 219.884). I morti sono 446. Le terapie intensive raggiungono quota 2.515 (+124). Il tasso positivi/tamponi è del 16,1%. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute di ieri.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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