Tampone Coi, cosa cambia rispetto ai test tradizionali?
L’Unione Europea, finora, ha approvato 560 test antigenici rapidi per rilevare la positività al Coronavirus: con l’aumentare dei contagi sta crescendo anche la richiesta di tamponi. Le farmacie italiane non sono tenute a indicare quale tipo di test antigenico stanno vendendo. Il costo, in genere, è intorno ai 15 euro: per qualche euro in più, però, si può acquistare un tampone Coi, che sta facendo parlare di se negli ultimi giorni.
Il tampone Coi fornisce un indice numerico
Il tampone Coi, come riporta SkyTg24, potrebbe misurare non solo la positività ma anche la portata dei sintomi. Coi sta per cut off index, ovvero indice soglia. Questo test è diverso da quelli “tradizionali”: non ha le barre colorate ma fornisce un indice numerico. Se il risultato è inferiore a 1 viene considerato negativo, se invece è al di sopra risulta come positivo.
Il risultato non si può analizzare ad occhio nudo
Il prelievo sarà effettuato con il tampone, proprio come si fa con gli altri test in commercio: la differenza sta nel fatto che la striscetta non si colore di rosso ma diventa fluorescente. L’analisi del risultato, comunque, andrà fatta con un apposito macchinario capace di indicare la presenza del virus e non a occhio nudo. Il risultato finale sarà una cifra che corrisponde all’intensità del segnale fluorescente.
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Sambri: “La carica virale è rappresentata in modo indiretto e impreciso”
Con il test Coi il risultato sarà presentato come “superiore a 100″ oppure ad altri valori in base alla scala usata per quella marca di test. come spiega Vittorio Sambri, professore di microbiologia dell’Università di Bologna, a La Repubblica, la cifra finale rappresenta la carica virale (e quindi l’intensità del virus” “in modo molto indiretto e impreciso. La quantità di proteina individuata dal tampone non è direttamente proporzionale all’intensità del virus”.
La gravità dei sintomi risente di diversi fattori
La scala dei tamponi Coi, come spiega Concetta Castilletti, responsabile dell’unità di virologia dell’ospedale di Negrar, Verona, “viene assegnata dai produttori in modo arbitrario” e i valori sono scelti senza alcun criterio scientifico. La gravità dell’infezione, infatti, non è necessariamente collegata all’intensità della carica virale ma risponde ad una serie di valori.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.