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Coronavirus, il trauma della pandemia può durare più di due anni: le donne sono più a rischio, ecco perché

La Società Italiana di Psichiatria ha condotto uno studio che vedrebbe le donne maggiormente colpite dagli effetti psicologici della pandemia da coronavirus

Coronavirus, il trauma della pandemia può durare più di due anni: le donne sono più a rischio, ecco perché
Coronavirus - Foto Pixabay

Coronavirus, il trauma della pandemia può durare più di due anni: le donne sono più a rischio, ecco perché

L’impatto socio-economico, finanziario e sanitario della pandemia da coronavirus può essere paragonato ad un uragano che ha via via minato le basi di un già fragile sistema economico e scavato le menti ed il fisico di chi si è trovato faccia a faccia con il dolore, la paura e l’impotenza di un evento così grave da non poter essere arginato. Secondo alcuni recenti studi in merito, infatti, un cittadino su tre è a rischio di subire e cronicizzare per lungo tempo sintomi quali ansia e disturbi generici del sonno. Le categorie più colpite, naturalmente, sono quelle degli operatori sanitari e di tutti coloro i quali hanno conosciuto da vicino il dolore di un lutto. E le donne, in modo particolare, sarebbero le più esposte a questo rischio già gravemente affaticato dalla conciliazione tra lavoro e famiglia. ECCO LE REGIONI CHE RISCHIANO DI CAMBIARE COLORE NEI PROSSIMI GIORNI

Lo studio della società italiana di psichiatria

In una sua recente revisione, compiuta su alcuni dati elaborati da Italia, Spagna, Cina, Irlanda e India e pubblicata sul Journal of Migration, Health and Social Care, la Società Italiana di Psichiatria ha evidenziato dati significativamente allarmanti circa la massiva diffusione fra la popolazione di soggetti che soffrono di disturbo da stress post-traumatico. La patologia, da non sottovalutare, è un disturbo che afferisce alla sfera psicologica dell’individuo, colpisce persone a lungo esposte a situazioni traumatiche e di incertezza prolungata e che non manifesta un esordio clinico acuto, ma tende a cronicizzarsi. La sintomatologia più evidente del disturbo da stress post-traumatico è caratterizzata da depressione, ansia ed una cattiva qualità del sonno (incubi ed insonnia) ed è indotta dal perdurare della situazione di incertezza e difficoltà a cui la popolazione è esposta. LOCKDOWN DI DUE SETTIMANE O “STOP AND GO” PER TUTTO L’ANNO: GLI SCENARI

Chi ne soffre maggiormente

Secondo le studio elaborato dalla società italiana di psichiatria le fasce più colpite dal disturbo sono gli under 50 soggetti per lungo tempo a restrizioni di natura personali, il sesso femminile oberato dalla fatica della gestione di casa, figli e lavoro ed i sopravvissuti al virus. Fra questi ultimi, in modo particolare, le evidenze scientifiche hanno mostrato un tasso di incidenza del 96% che, nei soggetti anziani sottoposti a ventilazione meccanica, può trasformarsi in gravi patologie quali sindromi da stress neuro cognitivo, episodi di delirio e accentuazione di pensieri di natura anti conservativa. Gravosa la situazione anche a carico degli operatori sanitari che esposti al rischio di contrarre l’infezione, all’ansia ed alla solitudine nei reparti di quarantena Covid, subiscono i contraccolpi devastanti di una prolungata sofferenza psico-fisica. L’ALLARME DEL PROF. BASSETTI: “ECCO QUANDO ARRIVERÁ LA TERZA ONDATA”

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Coronavirus, il bollettino di mercoledì 17 febbraio 2021

Nelle ultime 24 ore sono stati 12.074 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 10.386. Aumentano i tamponi effettuati: 294.411, contro i 274.019 di ieri. Nel conteggio, da qualche settimana, rientrano anche i test antigenici rapidi. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi è al 4,1% (ieri 3,79%), ma il dato è influenzato dal conteggio dei test antigienici rapidi che si sommano a quelli molecolari. Sono 369 i morti, 31 i pazienti in meno in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 17 febbraio.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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