Coronavirus, ipotesi quarta dose di vaccino: lo studio israeliano e quando andrebbe fatta

Il Ministro della Salute israeliano Nitzan Howitzer ha parlato di possibile quarta dose di vaccino anti coronavirus: ecco perché e quando andrebbe fatta

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Coronavirus, uno studio israeliano apre alla possibilità di una quarta dose di vaccino

La situazione coronavirus è preoccupante in gran parte del mondo, dove da settimane i numeri di casi Covid-19 (e soprattutto delle vittime) sono tornati su livelli d'allarme. L'Italia è tra i Paesi con i numeri migliori sulla pandemia ma i confini con le altre nazioni sono ovviamente aperti, di conseguenza non è impensabile una nuova ondata di contagi “di importazione" dall'estero. La terza dose di vaccino è la soluzione per “tamponare" il problema per altri sei mesi, tuttavia è ovviamente da escludere lo scenario che il Covid sparisca dalla circolazione nel 2022. Che fare dunque? Appare inevitabile anche una quarta dose di siero anti coronavirus, come annunciato dal Ministro della Salute israeliano Nitzan Horowitz.

La quarta dose di vaccino

La quarta (in alcuni Paesi quinta) ondata di coronavirus è ormai giunta, il che lascia pensare ad un inverno ricco di restrizioni per non vaccinati e una stagione che in generale privilegerà soprattutto chi si è immunizzato dal Covid. E se tre dosi non bastassero? Le varianti purtroppo sono imprevedibili e, come anticipato, ad oggi appare impossibile che il virus diventi endemico nell'arco del 2022. Sarà dunque necessario, tra il 2022 e il 2023, ricevere anche una quarta dose di vaccino. Questo secondo uno studio scientifico condotto proprio in Israele.

Le parole del Ministro Howitzer

Non è irragionevole – ha dichiarato alla stampa israeliana il Ministro Howitzer – pensare che avremo bisogno di un quarto vaccino. Israele non è ancora entrato dentro la quinta ondata ma i contagi da Covid sono aumentati molto negli ultimi giorni. Tra l'altro il 9% dei casi rilevati riguardava gente vaccinata con terza dose, un dato che non possiamo sottovalutare". Come è possibile tutto ciò? Perché è stato scientificamente provato che l'efficacia dei vaccini può calare fino al 50% nell'arco di sei mesi, situazione che rende necessario un nuovo booster per evitare che anche i sieri anti Covid siano inutili.

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Il Super Green Pass diventa legge, restrizioni per non vaccinati dal 6 dicembre al 15 gennaio: tutti i dettagli sul provvedimento del Premier Draghi

Il Governo italiano ha deciso: il Green Pass si evolve in Super Green Pass. Il Consiglio dei Ministri andato in scena poco fa, come riportato da SkyTg24, ha dato l'ok definitivo al nuovo provvedimento ideato da Mario Draghi e la sua squadra per contrastare il coronavirus nel periodo natalizio. Dal 6 dicembre al 15 gennaio saranno in vigore in tutta Italia restrizioni unicamente per non vaccinati, in modo da “premiare" chi si è immunizzato e incentivare chi non l'ha ancora fatto a vaccinarsi. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

A cosa serve il Super Green Pass

Il Super Green Pass non è nient'altro che il “certificato verde" che autorizza solo i vaccinati o i guariti dal Covid-19 entro sei mesi a partecipare a qualsiasi attività di tempo libero e intrattenimento. In parole povere, si tratta di un lockdown per non vaccinati che potranno uscire solo per andare al lavoro, motivi di salute o situazioni di urgenza/necessità (tra cui anche salire sui mezzi pubblici, pernottare negli alberghi o andare in palestra, cose possibili tramite tampone); per consumare all'interno di pizzerie, bar e ristoranti e per recarsi nei cinema, teatri, discoteche, stadi, palasport, cerimonie pubbliche e qualsiasi altro luogo al chiuso bisognerà esibire il Green Pass. Cosa devono fare i vaccinati dunque? Nulla di diverso, unicamente mostrare il GP nel momento in cui verrà richiesto per poter entrare in questi posti.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.