Un fattore importante rischia di far tornare l’incubo zona rossa in Italia: tutti i dettagli
Il coronavirus non molla la presa sull’Italia, anzi: la variante Omicron si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese (e in tutto il mondo) provocando la quarta ondata di contagi da Covid. Lo Stivale si sta tingendo quasi tutto di giallo e arancione ma i numeri non sono affatto in miglioramento, segnale che tra strutture ospedaliere in difficoltà e la maxi richiesta di tamponi (sistema vicino all’andare in tilt) la zona rossa non è più così utopica. Ma cosa succederebbe e in quali casi si attuerebbe?
Lo spettro della zona rossa in Italia
La campagna di vaccinazione nazionale e l’uso del Green Pass tengono sotto controllo la situazione, evitando strette drastiche a livello nazionale. Il vero problema ora però, oltre al coninuo scetticismo dei no-vax e alla scarsa prevenzione da parte dei cittadini, è che gli operatori sanitari si stanno ammalando e l’intero sistema assistenziale italiano potrebbe presto andare in crisi. Se anche medici e infermieri finissero in isolamento (o in quarantena se entrassero in contatto con un positivo) il sovraffollamento ospedaliero potrebbe trasformarsi in tragedia con un boom di morti, pazienti in gravi condizioni che non avrebbero modo di essere curati. Una soluzione ci sarebbe…
L’appello dei sindacati
“Bisogna arruolare 50 mila specializzandi – propongono dal sindacato degli ospedalieri Anaao – Possono fare vaccini e tamponi. Inoltre bisogna permettere ai pensionati di continuare a lavorare, reclutare medici che non hanno la cittadinanza italiana e coinvolere di più la sanità privata“. In sostanza, limitare la mancanza di personale per garantire il funzionamento delle strutture ospedaliere, soprattutto nei territori con il maggior numero di ricoveri. Altrimenti la situazione potrebbe peggiorare pericolosamente…
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Coronavirus, il bollettino di lunedì 10 gennaio 2022
Nelle ultime 24 ore sono stati 101.762 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 155.659. Diminuiscono i tamponi effettuati: 612.821, contro i 993.201 di ieri. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – quindi molecolari più antigenici rapidi – è al 16,6% (ieri era 15,7%). Sono 227 i morti (compreso qualche riconteggio), 11 i posti letto occupati in più in terapia intensiva rispetto a ieri. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 10 gennaio.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.