Coronavirus, l'allarme dei virologi sulle riaperture: "É troppo presto, si rischia la catastrofe"
di Marco Reda
Dibattito tra i virologi italiani dopo la decisione del Premar Mario Draghi di riaprire le attività più penalizzate dal coronavirus: ecco i pro e i contro
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Coronavirus, l'allarme dei virologi sulle riaperture: “É troppo presto, di rischia la catastrofe"
Il 26 aprile si avvicina: in quella data, come annunciato qualche giorno fa dal Premier Mario Draghi, in Italia potranno riaprire alcune delle attività più penalizzate da lockdown e restrizioni anti coronavirus. Ciò significa che nelle regioni inserite in zona gialla, dopo il monitoraggio dati di venerdì 23/4, bar, ristoranti, pizzerie, teatri, cinema, mostre, musei e altro ancora torneranno operativi (ovviamente con precise norme per il contenimento del Covid-19). Se da una parte c'è sollievo per questa decisione del Governo, dall'altra i virologi temono il “bis" di quanto accaduto la scorsa estate. E, date le tempistiche, il rischio è che siano proprio le vacanze estive ad essere messe in discussione dal probabile nuovo aumento dei contagi. Ecco perché.
Il parere dei virologi
Fabrizio Pregliasco, virologo e docente dell'Università Statale di Milano, ha dichiarato al programma “Un giorno da pecora" in onda su Rai Radio 1 che “la decisione sulle riaperture, anche se ha un rischio ragionato, sicuramente potrà avere un prezzo da pagare. Dipenderà comunque in larga parte da noi, da come gli italiani gestiranno questa situazione e soprattutto dalla velocità della campagna di vaccinazione“. Gli fa eco, ma in maniera più dura, il virologo e Direttore dell'Ospedale “San Raffaele" di Milano Roberto Burioni: “la decisione di riaprire – ha scritto su Twitter – è una politica e non scientifica. Se ci comportiamo da idioti potremmo perdere la libertà molto a breve per riacquistarla chissà quando, con relativi danni sociali, economici e culturali". LE REGIONI CHE RISCHIANO DI NON RIAPRIRE IL 26 APRILE
I virologi meno duri
Ci sono anche virologi pessimisti e, dunque, più disposti a concedersi il rischio (anche se con le dovute precauzioni). Ad esempio Matteo Bassetti, Direttore del reparto Malattie Infettive dell'Ospedale “San Martino" di Genova, ha dichiarato alla stampa che “non c’è il rischio 'zero' per questo tipo di decisioni, bisogna fare attenzione e monitorare, nelle aree dove le misure non vengono rispettate si deve tornare alla zona rossa. I furbi che non rispettano i protocolli vanno sanzionati subito". Possibilista anche Gianni Rezza, Direttore della Prevenzione del Ministero della Salute e membro del Comitato Tecnico Scientifico: “riaprire è un rischio ma siamo pronti a intervenire grazie ad un sistema di allerta precoce. Due o tre settimane decisive dopo le riaperture". STATO DI EMERGENZA IN ITALIA PROROGATO: ECCO FINO A QUANDO E COSA CAMBIA ORA
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Il bollettino di lunedì 19 aprile 2021
Nelle ultime 24 ore sono stati 8.864 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 12.694. I tamponi effettuati sono 146.728, contro i 230.116 di ieri. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – quindi molecolari più antigenici rapidi – è al 6% (ieri era al 5,5%). Sono 316 i morti, 67 i pazienti in meno in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute del 19 aprile.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.
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