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Coronavirus, l’allarme del Prof. Bassetti: ” Terza ondata in arrivo questa settimana o…” | Le parole dell’esperto

Il Professor Matteo Bassetti indica un periodo specifico in cui la terza ondata di coronavirus raggiungerà l'Italia: le parole dell'esperto

Coronavirus, l’allarme del Prof. Bassetti: ” Terza ondata in arrivo questa settimana o…” | Le parole dell’esperto
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Coronavirus, l’allarme del Prof. Bassetti: ” Terza ondata in arrivo questa settimana o…” | Le parole dell’esperto

Il coronavirus continua ad affliggere l’Italia e la comparsa delle nuove varianti inglese e brasiliana desta preoccupazione tra gli esperti: il rischio, paventato da più parti, è che il nostro Paese (che comunque versa in condizioni migliori ad altri stati europei o addirittura mondiali) venga travolto dalla terza ondata del COVID-19. E a dare l’allarme da tempo è il Professor Mauro Bassetti, Direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale “San Martino” di Genova, che ha spiegato ancora una volta a TgCom24 quando questa ondata (secondo lui) arriverà nello Stivale. PERUGIA PUÓ DIVENTARE LA NUOVA BERGAMO: ECCO PERCHÉ E LO SCENARIO

Il parere di Bassetti

“Se dovesse esserci una terza ondata in Italia – ha spiegato Bassetti – è molto probabile che essa arrivi tra questa settimana e la fine del mese di marzo. Non è un periodo selezionato a caso, è lo stesso in cui abbiamo avuto la prima grande ondata con il picco intorno alla fine del mese di marzo”. Bassetti, dunque, spiega che la nuova ondata sarebbe ormai vicina. E cosa succederebbe in questo caso? Il Governo Draghi starebbe pensando a lockdown territoriali oppure, se la situazione dovesse peggiorare particolarmente, una zona rossa nazionale “fissa” una volta ogni 15 giorni ogni mese (con una sensibile accelerata della campagna di vaccinazione). SCUOLE NUOVAMENTE CHIUSE PER L’ARRIVO DELLE VARIANTI? ECCO LA VERITÁ

Il bollettino di lunedì 15 febbraio 2021

Nelle ultime 24 ore (lunedì 15 febbraio 2021) sono stati 7.351 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia, mentre ieri erano stati 11.068. I tamponi effettuati sono 179.278, contro i 205.642 del giorno prima. Nel conteggio, da qualche settimana, rientrano anche i test antigenici rapidi. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi è al 4,1% (ieri 5,3%), ma il dato è influenzato dal conteggio dei test antigienici rapidi che si sommano a quelli molecolari. Sono 258 i morti e quattro le persone in più ricoverate in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute. IMPIANTI SCIISTICI ANCORA CHIUSI: LA DATA DELLA NUOVA RIAPERTURA

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Almeno un familiare accanto ai ricoverati in ospedale: ecco chi può avvalersi. La mozione approvata dal Comitato Bioetica

Il coronavirus sta continuando ad affliggere l’Italia e l’avvento delle nuove varianti inglese e brasiliana sta destando preoccupazione in tutto il Paese: il rischio, infatti, è che le due mutazioni del COVID-19 inducano il nuovo Governo ad imporre nuove restrizioni per i cittadini, al fine di scongiurare una nuova crisi sanitaria. Ma in tutto questo marasma c’è un altro aspetto, spesso trascurato, da considerare: la salute mentale di chi, una volta trovato positivo al coronavirus, viene ricoverato in ospedale ed è costretto a rimanere in isolamento per giorni mentre viene curato dal “nemico invisibile”. Come fare per rendere meno sole queste persone? Ci ha pensato il Comitato Nazionale per la Bioetica che, come riportato da Quotidiano Sanita.it, ha approvato una mozione speciale che riguarda i soggetti terminali o più a rischio.

L’idea del Comitato Bioetico

La mozione approvata dal Comitato Bioetica acconsente alla presenza di un familiare, o almeno di una persona di fiducia, al fianco di soggetti positivi al COVID-19 nelle situazioni più gravi, nelle fasi terminali o in condizioni di particolari fragilità. Il tutto, ovviamente, nel massimo rispetto del distanziamento e dell’obbligo di mascherina per tutto il tempo in cui ci si trova in presenza del familiare o del carissimo amico malato di coronavirus. “Gli orientamenti culturali presenti nella nostra società – recita la nota – sul significato del ‘diritto alla cura’ e della ‘dignità del morire’ possono essere anche radicalmente differenti ma il morire in solitudine, quando non sia conseguenza di un’esplicita richiesta, è considerato sinonimo di sofferenza per chi muore ma anche per chi resta, a maggior ragione se impossibilitato ad accompagnare fino alla fine i propri cari”.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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