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Coronavirus, la malattia grave può far invecchiare il cervello di 20 anni secondo un nuovo studio.

Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Cambridge il Covid in forma grave può danneggiare il cervello

Coronavirus, la malattia grave può far invecchiare il cervello di 20 anni secondo un nuovo studio.
Coronavirus, la malattia grave può far invecchiare il cervello di 20 anni secondo un nuovo studio.. Foto Pixabay

Coronavirus, la malattia grave può far invecchiare il cervello di 20 anni secondo un nuovo studio. I dettagli

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Cambridge e anticipato da New Scientist indica che il Covid, nelle sue forme più gravi, potrebbe avere un impatto anche sul cervello. Secondo gli studiosi, le persone ricoverate a causa di un’infezione da coronavirus potrebbero perdere fino a 10 punti di quoziente intellettivo nei sei mesi successivi alla malattia, come riporta Sky.

La perdita intellettiva

Questa perdita intellettiva sarebbe paragonabile al declino cognitivo a cui mediamente si va incontro dai 50 ai 70 anni. Non si sa ancora sequesti danni cognitivi siano permanenti, ma se fossero duraturi l’impatto complessivo potrebbe essere enorme, visto che in molti hanno contratto una forma di malattia grave. Gli autori dello studio hanno confrontato gli esiti di diversi test cognitivi eseguiti sei mesi dopo l’infezione su 46 pazienti ricoverati per Covid con quelli condotti su una popolazione di controllo di 66mila individui.

Lo studio

I guariti dal coronavirus hanno evidenziato alcune lacune. Ad esempio una minor velocità di elaborazione delle informazioni, oppure una riduzione della capacità di comprensione del linguaggio. Da studi precedenti era emerso come il Covid potesse incidere sulla capacità di alcune aree neurali nevralgiche per l’attenzione, la memoria di lavoro e la risoluzione dei problemi. Sembra probabile che il Covid possa favorire un declino cognitivo in più di un modo, per esempio danneggiando il cervello per eccesso di reazioni immunitarie oppure causando delle micro emorragie o delle micro ischemie, secondo i ricercatori dell’Università di Cambridge.

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Ulteriori studi

Saranno comunque necessari ulteriori studi per valutare l’effettiva entità di questi danni anche la capacità di ripresa a lungo termine dei pazienti. L’impatto della malattia grave sul cervello non è trascurabile comunque secondo gli scienziati.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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