Coronavirus, lo studio: “Anomalie nel cervello in aree chiave anche dopo la guarigione”. I dettagli
I CDC (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli USA), fanno sapere che circa un paziente su cinque sviluppa disturbi neurologici e psichiatrici, tra le 4 e le 12 settimane dopo l’infezione da Covid-19. Questi sintomi possono protrarsi per mesi. I sintomi prevalenti sarebbero questi: nebbia mentale, difficoltà di memoria e concentrazione, mal di testa, problemi di sonno, vertigini, sensazione di formicolio, cambiamento dell’olfatto o del gusto e depressione oppure ansia. Ma ora c’è un nuovo studio che ha riscontrato queste problematiche.
Il nuovo studio
Gli scienziati dell’Indian Institute of Technology di Delhi, si sono serviti di un nuovo tipo di risonanza magnetica e hanno scoperto gravi anomalie cerebrali in un gruppo di pazienti dopo sei mesi dall’infezione che potrebbero spiegare l’origine di alcuni sintomi di Long Covid. Come riporta l’Ansa, i sintomi neurologici associati sono i seguenti: difficoltà di pensiero o di concentrazione, mal di testa, problemi di sonno, sensazione di spilli e aghi, alterazione dell’olfatto o del gusto, depressione, ansia.
I risultati
I ricercatori hanno utilizzato questo speciale tipo di risonanza magnetica su 46 pazienti guariti dal virus e su 30 sani per analizzare gli effetti. Risonanze che sono state eseguite entro sei mesi dalla guarigione. Tra i pazienti con Long Covid, i sintomi più comunemente riferiti sono stati questi: affaticamento, difficoltà a dormire, mancanza di attenzione e problemi di memoria. I risultati hanno mostrato che i pazienti guariti presentavano anomalie nel lobo frontale e nel tronco cerebrale rispetto a quelli sani.
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Le dichiarazioni dei ricercatori
Mishra, uno degli autori dello studio, ha fatto sapere che queste regioni cerebrali sono collegate a stanchezza, insonnia, ansia, depressione, mal di testa e problemi cognitivi. Sono collegate al lobo frontale anche la comprensione e la produzione del linguaggio, l’attenzione, ecc. I ricercatori hanno scoperto anche una differenza significativa nella regione del diencefalo ventrale destro del tronco cerebrale. Si tratta di una regione associata a molte funzioni corporee cruciali, tra cui anche la regolazione dei ritmi circadiani. Lo studio pone l’attenzione sulle gravi complicazioni a lungo termine che possono essere causate dal coronavirus, anche mesi dopo la guarigione.
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