Coronavirus Lombardia, Fontana apre alle cene nei ristoranti: "E' sempre meglio che avere assembramenti in casa"

Il governatore della Regione Lombardia, nel corso di una intervista rilasciata a Repubblica, si è detto favorevole ad un pieno ritorno alla socialità

Coronavirus, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana (foto: YOUTUBE)
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La Regione Lombardia potrebbe decidere nei prossimi giorni di riaprire i ristoranti anche la sera

Il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è d'accordo sulla riapertura dei ristoranti in fascia serale proposta dall'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). Durante un'intervista rilasciata per il quotidiano “la Repubblica" ha sottolineato l'urgenza di conciliare le esigenze di socialità con la necessità di evitare assembramenti, almeno nelle aree esterne dei luoghi pubblici. Non è raro trovare la calca davanti ai bar in una città come Milano, a ridosso dei punti di ritrovo ad alta frequentazione. Situazioni in grado di innalzare il livello di rischio e, di conseguenza, il numero dei contagi da Coronavirus: una maggiore libertà d'azione sarebbe, secondo il Governatore leghista, una soluzione molto più efficace di imposizioni facilmente trasgredibili. Da leggere anche Coronavirus, una città francese va in lockdown e accusa l'Italia: ecco i dettagli

CENE NEI RISTORANTI, I MOTIVI DEL “SÌ" DEL PRESIDENTE FONTANA

Il Governatore della Lombardia sembra più a favore di un allentamento del divieto di consumazione ai tavoli, fermo restando lo scrupoloso rispetto della distanza di sicurezza e dei protocolli igienico-sanitari. Da un lato, infatti, sussiste l'obbligo di evitare assembramenti nei punti nevralgici delle città, problema molto sentito soprattutto in quelle di grandi dimensioni, come Milano. Ma c'è un'altra ragione per cui Fontana appoggia l'ANCI: le persone iniziano a vivere male la solitudine forzata. La permanenza fra le mura domestiche e la mancanza di momenti sociali agevolano l'infrazione delle norme in vigore, prime fra tutte quelle più restrittive. Leggi anche Coronavirus, forte presenza della variante inglese: Zingaretti istituisce la zona rossa, ecco dove

LOMBARDIA, FRA ASSEMBRAMENTI AL SAN SIRO E ZONA ARANCIONE A BRESCIA

Ingressi di bar e ristoranti non sono gli unici luoghi a rischio di affollamento. Proprio a domenica scorsa risale la ressa davanti allo stadio del capoluogo meneghino, in occasione del derby Milan-Inter: a dispetto delle disposizioni anti-Covid, migliaia di persone si sono riunite e hanno animato la partita come avrebbero fatto dagli spalti. Andando verso il Bresciano, la situazione non è certo più rosea, tanto che all'orizzonte si prospetta l'istituzione di un'area arancione differenziata. Leggi anche Coronavirus, la variante inglese travolge Brescia: boom di positivi, ora è allarme e zona arancione “rafforzata". Cosa sta succedendo

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CONSUMAZIONI AL TAVOLO, UNA DECISIONE DA VALUTARE

Non è la prima volta che l'ANCI propone maggiore morbidezza nei confronti degli avventori di ristoranti e bar. Ma il CTS si è sempre opposto a uno scenario del genere per via dell'allerta sanitaria e lo ha fatto senza alcuna possibilità di appello o di trattativa. Ad ogni modo, nelle ultime ore la scelta di aprire o no i locali al pubblico è al vaglio in tutte le Regioni. Comunicazioni, conferme o smentite in merito sono differite al 5 marzo, alla scadenza dell'ultimo DPCM firmato da Giuseppe Conte.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.