Stop all’ingresso in Italia per persone che provengono dagli Stati invasi dalla nuova variante di coronavirus: ecco quali sono e tutti i dettagli del provvedimento
L’Italia ha deciso di vietare l’accesso a persone che provengono da alcuni specifici Paesi del mondo. La nascita di una nuova variante di coronavirus, che sembrerebbe ancor più pericolosa e contagiosa di quella britannica (la Delta), ha indotto il Ministro della Salute Roberto Speranza a firmare un’ordinanza ben precisa: stop all’ingresso nello Stivale per tutti coloro che vivono in determinate nazioni nelle quali questa mutazione del Covid-19 ha preso particolarmente piede. Ad annunciarlo è stato lo stesso Segretario con un post Facebook. Vediamo di quali Paesi si tratta.
I Paesi “bannati” dall’Italia
L’ordinanza firmata da Speranza prevede che si vieti l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia e Eswatini. Si tratta di Paesi in cui, appunto, è in corso una nuova emergenza Covid-19 dovuta alla comparsa di una variante mai rilevata in Europa, America e Asia. Si tratta della mutazione B.1.1.529 per la quale il Ministro Speranza ha annunciato che “i nostri scienziati sono al lavoro per studiarla, nel frattempo seguiamo la strada della massima precauzione“. E intanto, quale miglior modo per proteggerci dal virus? Ovviamente, indossare la mascherina in luoghi in cui non è possibile osservare il distanziamento sociale (e in ogni caso sempre nei posti al chiuso) e vaccinarsi. TUTTO CIÓ CHE C’É DA SAPERE SUL SUPER GREEN PASS:
Speranza e la terza dose di vaccino
Proprio in merito alla campagna di vaccinazione lo stesso Speranza aveva pubblicato questo post su Facebook: “La dose di richiamo è cruciale per proteggere meglio noi e chi ci sta accanto. Dopo l’ultimo parere di AIFA sarà possibile farla a 5 mesi dal completamento del primo ciclo. Vacciniamoci tutti per essere più forti”. Si riferisce ovviamente alla terza dose, anche se data la situazione globale non si esclude che in futuro ce ne vorrà anche una quarta…
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Uno studio israeliano apre alla possibilità di una quarta dose di vaccino
La situazione coronavirus è preoccupante in gran parte del mondo, dove da settimane i numeri di casi Covid-19 (e soprattutto delle vittime) sono tornati su livelli d’allarme. L’Italia è tra i Paesi con i numeri migliori sulla pandemia ma i confini con le altre nazioni sono ovviamente aperti, di conseguenza non è impensabile una nuova ondata di contagi “di importazione” dall’estero. La terza dose di vaccino è la soluzione per “tamponare” il problema per altri sei mesi, tuttavia è ovviamente da escludere lo scenario che il Covid sparisca dalla circolazione nel 2022. Che fare dunque? Appare inevitabile anche una quarta dose di siero anti coronavirus, come annunciato dal Ministro della Salute israeliano Nitzan Horowitz.
La quarta dose di vaccino
La quarta (in alcuni Paesi quinta) ondata di coronavirus è ormai giunta, il che lascia pensare ad un inverno ricco di restrizioni per non vaccinati e una stagione che in generale privilegerà soprattutto chi si è immunizzato dal Covid. E se tre dosi non bastassero? Le varianti purtroppo sono imprevedibili e, come anticipato, ad oggi appare impossibile che il virus diventi endemico nell’arco del 2022. Sarà dunque necessario, tra il 2022 e il 2023, ricevere anche una quarta dose di vaccino. Questo secondo uno studio scientifico condotto proprio in Israele.
Le parole del Ministro Howitzer
“Non è irragionevole – ha dichiarato alla stampa israeliana il Ministro Howitzer – pensare che avremo bisogno di un quarto vaccino. Israele non è ancora entrato dentro la quinta ondata ma i contagi da Covid sono aumentati molto negli ultimi giorni. Tra l’altro il 9% dei casi rilevati riguardava gente vaccinata con terza dose, un dato che non possiamo sottovalutare”. Come è possibile tutto ciò? Perché è stato scientificamente provato che l’efficacia dei vaccini può calare fino al 50% nell’arco di sei mesi, situazione che rende necessario un nuovo booster per evitare che anche i sieri anti Covid siano inutili.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.