Coronavirus, nuovo focolaio vicino Roma: quattro positivi e controlli a tappeto. Cosa è successo
di Marco Reda
Mini focolaio a Valle Martella, frazione a sud di Roma: quattro positivi al coronavirus e allarme a Zagarolo | Cosa sta succedendo
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Coronavirus, nuovo focolaio vicino Roma: quattro positivi e controlli a tappeto. Cosa è successo
Nonostante la situazione sia ora nettamente migliore rispetto ai mesi di marzo, aprile e maggio, continuano a nascere in tutta Italia nuovi focolai da coronavirus: l'ultimo, come riportato da NextQuotidiano.it, si è sviluppato nel Lazio a Valle Martella (frazione di Zagarolo, a sud di Roma) e ha visto protagoniste quattro persone risultate positive al COVID-19. Si tratta di una famiglia di origini romene, i cui due figli sono entrati in contatto con due fratelli che nei giorni scorsi, a loro volta, hanno manifestato sintomi del virus. Come è avvenuto il fatto? Il 26 giugno scorso, in un ristorante di Roma, si è tenuta una cena di classe tra un gruppo di ragazzi, tra cui c'era uno dei due fratelli che successivamente è risultato positivo al coronavirus (l'altro ha contratto il virus proprio a Zagarolo). I quattro contagiati di Valle Martella avrebbero avuto contatti con queste due persone e sono state quindi sottoposte a tampone: ora sono tutti in isolamento domiciliare e in buone condizioni.
Il comunicato del centro estivo Le Palme
Ecco il comunicato Facebook del Club Le Palme, il luogo in cui è avvenuta la cena a cui ha partecipato uno dei fratelli sopracitati: “volevamo scusarci – hanno scritto i responsabili poco dopo il fatto – e tranquillizzare tutti i nostri clienti. È venuta da noi una persona affetta da COVID-19 che ha partecipato ad una cena all'aperto. La Asl ha effettuato i controlli di routine. Test sierologici tutti negativi, sia per il personale che per i clienti coinvolti. Grazie a chi ci ha dimostrato la sua vicinanza, continueremo nel rispetto delle misure restrittive a portare avanti il nostro lavoro come sempre, grazie". A Valle Martella e Zagarolo però, intanto, è scattato l'allarme e i cittadini si interrogano sulla possibile diffusione del virus.
Una nuova mutazione ha reso il virus pandemico: ecco cosa è successo
Il COVID-19 ha scatenato la più grande emergenza sanitaria, economica e sociale dal Dopoguerra: milioni di contagiati e migliaia di vittime in tutto il mondo, una situazione con davvero pochissimi precedenti nella storia del mondo. Ma cosa ha reso questa tipologia di coronavirus così implacabile e dal contagio inarrestabile? Una mutazione specifica. A scoprirla sono stati i ricercatori statunitensi della Duke University (Carolina del Nord) e del laboratorio nazionale di Los Alamos (New Mexico), guidati da Bette Korber, i quali come riporta la rivista Cell hanno identificato la mutazione D614G nella proteina Spike come “apripista" del virus nelle cellule umane. E questa è solo una delle tante mutazioni che il virus ha avuto nel tempo… Vediamo di cosa si tratta nella pagina successiva.
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Il nuovo ceppo virale
Un' altra equipe di scienziati ha affermato che il ceppo di coronavirus dominante in tutto il mondo potrebbe essere diverso da quello che si è diffuso a Wuhan. Sarebbe il ceppo del coronavirus che è stato visto per la prima volta in Italia il vero ceppo dominante del virus, secondo l'opinione dell'illustre equipe di scienziati. In un articolo pubblicato dalla rivista scientifica peer-reviewed Cell, i ricercatori che collaborano con il gruppo genetico di Sheffield COVID-19 hanno annunciato che il nuovo ceppo “è diventato la forma più diffusa nella pandemia globale“. Il ceppo è diverso da quello che è apparso a Wuhan, in Cina, la città in cui si ritiene che il coronavirus sia stato originato e sia comparso per la prima volta.
Il ceppo GS14 sarebbe prevalente rispetto al D614 originato in Cina
Secondo la nota rivista scientifica, il monitoraggio della frequenza del virus ha rivelato una prevalenza del ceppo dominante, etichettato con il termine G614, che ha assunto la prevalenza del D614, il ceppo originale. “Il tracciamento dinamico delle frequenze delle varianti – ha dichiarato l'equipe di scienziati che ha condotto lo studio – ha rivelato un modello ricorrente di aumento del G614 a più livelli geografici: nazionale, regionale e municipale. Lo spostamento si è verificato anche nelle epidemie locali in cui la forma originale D614 era ben stabilita prima dell'introduzione della variante G614”.
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Il bollettino coronavirus del 4 luglio 2020
In Italia le persone complessivamente risultate positive al coronavirus, compresi guariti e deceduti, sono 241.419. Le vittime, in totale, sono 34.854, con 21 decessi nelle ultime 24 ore (ieri 15). Il totale dei positivi, compresi morti e guariti, registra un incremento di 235 casi (ieri erano 223). Di questi, 95 casi sono in Lombardia. Lo riportano i dati del bollettino quotidiano diffusi dal ministero della Salute.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.
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