Coronavirus, nuovo monitoraggio in arrivo: ecco le regioni che rischiano la zona rossa

Tre regioni in particolare rischiano di finire in zona rossa dato l'alto numero di nuovi positivi al coronavirus: ecco quali sono

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Coronavirus, nuovo monitoraggio in arrivo: ecco le regioni che rischiano la zona rossa

Il coronavirus continua a diffondersi in Italia e la curva epidemiologica è ancora da tenere sotto controllo: gran parte del Paese è infatti in zona rossa, ovvero nella fascia di rischio più alta, e l'elenco è destinato ad allungarsi entro la fine di questa settimana. Diverse regioni in zona arancione hanno visto un peggioramento nei numeri dei nuovi casi Covid e, come riportato da SkyTg24, il Ministro della Salute Roberto Speranza potrebbe costringerle ancora al lockdown (in anticipo di qualche giorno dato che dal 3 al 6 aprile tutta Italia sarà in zona rossa). Vediamo di quali territori si tratta. PROROGA DELLA ZONA ROSSA ANCHE DOPO PASQUA? LE PAROLE DEL MINISTRO SPERANZA

Ecco le regioni più a rischio zona rossa

In base alle stime provenienti dalle varie strutture ospedaliere è emerso che la Toscana, la Valle d'Aosta e la Calabria rischiano seriamente di passare in zona rossa e aggiungersi al folto elenco già formato da Lombardia, Campania, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Provincia Autonoma di Trento. Di queste alcune saranno confermate in rosso fino a dopo Pasqua, altre potrebbero essere “promosse" in arancione fino al 3. Lo si scoprirà ufficialmente tra 48 ore. SCUOLE APERTE DOPO PASQUETTA? L'APERTURA DEL GOVERNO

Coronavirus, il bollettino di mercoledì 25 marzo 2021

Sono 21.267 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 18.765. Sono invece 460 le vittime in un giorno (ieri erano state 551).  I casi totali da inizio epidemia sono 3.440.862, i morti salgono invece a 106.339. Ci sono 561.308 attualmente positivi, in aumento di 654 rispetto a ieri. COVID-19 MENO LETALE DELL'INFLUENZA: UNO STUDIO GIAPPONESE

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Coronavirus, gli annunci di Draghi: “Farò il vaccino AstraZeneca. Ecco quando riaprirà la scuola. E sullo Sputnik…"

É trascorso un mese e mezzo dall'insediamento del Governo Draghi, che ha ereditato la gestione della situazione di pandemia dal precedente Governo Conte, e c'è ancora molto da fare nella lotta contro il coronavirus. L'esecutivo è costantemente al lavoro per arginare la diffusione del contagio e pochi giorni fa il Premier ha effettuato un passo importante in favore dei suoi cittadini, l'approvazione del Decreto Sostegni. Dimostrazione dunque del fatto che lo Stato è sceso in campo e il suo volto principale, Mario Draghi, ha parlato alla stampa facendo il punto della situazione sui vaccini e la scuola.

Draghi sul vaccino AstraZeneca e su Sputnik

Io farò Astrazeneca – ha dichiarato il Premier – mio figlio l'ha fatto poco fa a Londra, non c'è nessun dubbio, nessuna prevenzione. Al momento siamo a 159mila vaccini giornalieri, arriveremo a 500mila al giorno in aprile. E lì l'obiettivo è portarla anche a cifre più alte in maggio e giugno. Un po' tutto il Governo e tutta l'Italia è in grande attività per assicurare che la campagna di vaccinazione proceda con la massima velocità e la massima capillarità possibile. I siti vaccinali continuano ad aumentare. Solo in questi giorni sono aumentati del 25%". “La sospensione di AstraZeneca? Giusta – ha aggiunto – Quando un'agenzia europea ci dice: 'continuate ma voglio prendermi un po' di tempo per vedere se è sicuro', se ci si mettesse nei panni miei o di altri governanti che avreste fatto?". Un commento importante anche sul vaccino russo Sputnik. “Angela Merkel (cancelliera tedesca ndr) mi ha detto che se l'autorità europea approverà il vaccino Sputnik, bene. Se questo non accadrà farà altrimenti: ci vuole pragmatismo. Bisogna prima cercare il coordinamento europeo, oppure si fa altrimenti“. Che l'Italia si organizzi da sola per aggiungere eventualmente un nuovo vaccino alla batteria già composta da Pfizer, Moderna, AstraZeneca e (a breve) Johnson&Johnson?

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Draghi sulla scuola

La scuola – ha aggiunto Draghi – sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Sarà la prima attività a essere riaperta, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media". Si ricorda che al momento le scuole sono al 100% in didattica a distanza, eccezion fatta per i disabili, a causa dell'alto numero di contagi da coronavirus a livello nazionale. Si continua a ritenere gli istituti scolastici dei possibili veicoli del virus ma non tanto per la “non sicurezza" dei plessi, quanto per le attività extra scolastiche (soprattutto del tempo libero) degli studenti che non sempre si sono mostrati così responsabili…

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.