Coronavirus, nuova scoperta su Omicron 2: i risultati dello studio giapponese

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Covid-19, Draghi: “Voglio limitare al più presto le restrizioni"

In Italia da alcune settimane la situazione legata al Covid-19 sta vivendo un netto miglioramento: il numero dei contagi è in costante decrescita, così come continua a calare il numero di ricoveri negli ospedali e nei reparti di terapia intensiva. A tal proposito, la conferma è arrivata dallo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale – come riportato da “Repubblica.it" – nel corso della conferenza stampa tenuta nella giornata di venerdì 18 febbraio, ha dichiarato: “La situazione sanitaria continua a migliorare. Voglio uscirne al più presto possibile, quindi anche limitare le restrizioni al più presto possibile". Il Premier ha spiegato come al momento non sia stata ancora stabilita una road map specifica, ma nel giro di pochi giorni sarà decisa in modo da eliminare ogni incertezza. CORONAVIRUS, I 3 SINTOMI CHE DISTINGUONO LA VARIANTE OMICRON DAL RAFFREDDORE

Coronavirus, Omicron 2 è più pericolosa di Omicron: i risultati dello studio giapponese

Nelle scorse ore, nel frattempo, sono arrivati nuovi dati su Omicron 2 (BA.2), la sottovariante del ceppo Covid che tutti abbiamo conosciuto con il nome di Omicron e che nel corso degli ultimi mesi ha provocato un'impennata dei contagi in molti Paesi del mondo. A tal proposito – come riportato da “Tg24.sky.it" – secondo alcune ricerche condotte in Giappone, BA.2 (vale a dire Omicron 2) sarebbe più capace di causare malattie gravi rispetto a Omicron. La sottovariante, infatti – stando a quanto indicato da alcuni studi – presenterebbe delle caratteristiche che la accomunano a ceppi come Delta che risultano più aggressivi rispetto a Omicron. Non è tutto: Omicron 2, infatti, riuscirebbe ad evadere la protezione immunitaria fornita dai vaccini in modo più facile rispetto a quanto accade con Omicron e, inoltre, risulterebbe anche più resistente ad alcune terapia contro il Covid che si basano su anticorpi monoclonali.

Le parole del ricercatore Kei Sato

Intervistato dalla CNN, Kei Sato, ricercatore dell'Università di Tokyo, ha spiegato come la dozzina di geni che differenziano Omicron 2 (BA.2) da Omicron dovrebbero portare a considerare BA.2 come una variante a sé stante e non semplicemente come una sottovariante di Omicron. I risultati delle ricerche giapponesi sono stati pubblicati sulla rivista medica “BioRxv" e risultano ancora da sottoporre a processi di peer-review, vale a dire la procedura con la quale un team di scienziati si occupa di analizzare i risultati raccolti da altri colleghi in modo da verificare la validità e la correttezza. Nella pagina successiva potrete leggere l'ultimo bollettino diramato dalla Protezione Civile.

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