Coronavirus, perché i vaccini anti-Covid di Pfizer e Moderna sono più efficaci negli uomini che nelle donne? I risultati di uno studio
Coronavirus, perché i vaccini anti-Covid di Pfizer e Moderna sono più efficaci negli uomini che nelle donne? Ecco tutti i dettagli
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Coronavirus, perché i vaccini anti-Covid di Pfizer e Moderna sono più efficaci negli uomini che nelle donne? I risultati di uno studio
Un nuovo studio scientifico ha dimostrato che alcuni vaccini sono più efficaci sugli uomini piuttosto che sulle donne. L'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) hanno approvato finora quattro vaccini: Moderna, Pfizer, Astrazeneca Johnson & Johnson. I vaccini si dividono in due grandi categorie: quelli a vettore virale, come il Vaxzevria di AstraZeneca e l'Ad26.COV2.S di Johnson & Johnson e quelli a RNA messaggero, come Moderna e Pfizer. Leggi anche: Coronavirus, nuova ordinanza firmata da Speranza: ecco cosa cambia da lunedì 24 maggio 2021
La differenza tra i vaccini
Tutti e quattro i vaccini hanno dimostrato di essere sicuri ed efficaci contro il COVID-19, come mostrano i dati su contagi, ricoveri e decessi nei Paesi in cui sono più diffusi. Per i vaccini a mRNA sussiste una leggera differenza. Gli uomini risultano un po' più protetti delle donne. Gli studi clinici hanno infatti rilevato che il vaccino di Moderna ha un'efficacia nel prevenire il Covid sintomatico del 95,4 % negli uomini e del 93,1 % nelle donne. Il farmaco di Pfizer-BioNTech ha invece dimostrato un'efficacia del 96,4 % negli uomini e del 93,7 % nelle donne. IL PROF. LOCATELLI SUL VACCINO: “SERVE ANCHE LA TERZA DOSE, ECCO QUANDO"
Lo studio
E' una differenza piuttosto piccola, ma che non può essere sottovalutata dagli scienziati, che hanno studiato il caso. Lo studio è stato guidato dagli scienziati dell'Università Statale del Michigan, Stati Uniti, che hanno collaborato con l'Università Sapienza di Roma, l'Università di Lehigh, l'Università di Stanford e del Brigham e con l'Università di Harvard. Il coordinatore della ricerca è il professor Morteza Mahmoudi, docente presso il Dipartimento di Radiologia dell'ateneo statunitense, come riporta Fanpage.it. Secondo gli studiosi, questa differenza di effetto del vaccino può dipendere dalle nanoparticelle lipidiche di polietilenglicole (PEG), all'interno delle quali viene immagazzinata l'informazione genetica della proteina S o Spike del coronavirus, che è necessaria per scatenare la risposta immunitaria. IL VICEMINISTRO SILERI SUL GREEN PASS: “PER I VACCINATI ECCO FINO A QUANDO DOVREBBE ESSERE ESTESO"
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I risultati
Già da ricerche precedenti lo scienziato aveva evidenziato che le nanoparticelle possono comportarsi in modo diverso negli uomini e nelle donne. Perché gli uomini risultano leggermente più protetti? Gli scienziati hanno scoperto che alcune cellule immunitarie chiamate natural killer (NK), negli uomini assorbono più nanoparticelle che nelle donne. I risultati hanno dimostrato che le cellule NK maschili sono più efficacidi quelle femminili ad assorbire le nanoparticelle.
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Saranno necessari altri studi
Secondo gli scienziati questa differenza potrebbe essere eliminata inserendo prima le nanoparticelle nel plasma di un donatore, ma saranno necessari studi più approfonditi per capire meglio le basi biologiche di questa risposta dei leucociti.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.
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