
Coronavirus, preoccupa la variante Delta
La variante Delta del Coronavirus continua a destare preoccupazione: anche se i numeri sono in costante miglioramento, gli esperti continuano a monitorare la situazione riguardante la mutazione che ha provocato un netto aumento dei contagi in diversi Paesi. Attualmente l’incidenza in Italia della variante è al 16,8%, ma potrebbe arrivare presto al 20%. A preoccupare è la possibilità di un aumento dei casi anche in Italia da metà agosto. Leggi anche Sospeso lo stipendio ai sanitari che hanno rifiutato il vaccino: ecco dove è successo
Variante Delta, presto prevalente in Italia?
La situazione, in Italia, è in netto miglioramento dagli inizi di aprile e al momento non ci sono indicazioni di una ripresa dei contagi: da lunedì 28 giugno l’intero Paese sarà in zona bianca e cesserà l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Gli esperti, però, continuano a monitorare la variante Delta: presto, infatti, potrebbe diventare prevalente. Al momento la mutazione più diffusa nel nostro Paese è quella alta, con il 74,92% di prevalenza. Leggi anche Green Pass, ecco chi potrà richiederlo e chi non potrà farlo: dove sarà obbligatorio
Locatelli: “Lavorare su tracciamento e sequenziamento”
Per tenere sotto controllo la situazione sarà necessario proseguire a ritmo sostenuto con la campagna di vaccinazione e, intanto, testare e tracciare. Ma potrebbe non bastare. Secondo Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, in caso di individuazione di nuovi focolai non è escluso il ripristino delle nuove rosse locali: “Dobbiamo lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sul sequenziamento, perché solo in questo modo riusciamo ad intercettare segnali di diffusione della variante indiana”, sono le sue parole a SkyTg24 riportate da Open. Leggi anche Covid, 72enne è risultato positivo per 305 giorni battendo ogni record: il suo calvario
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Non sono da escludere nuove zone rosse
“Se necessario, vanno create delle zone per fermare i cluster, come ad esempio è successo in Umbria quando si è verificata la diffusione della variante brasiliana”, ha dichiarato Locatelli. La variante Delta, come spiega La Stampa, ha una trasmissibilità più alta del 40-60% rispetto a quella Alfa, già più contagiosa rispetto al ceppo originale.
Variante Delta, i sintomi
Stando ai dati provenienti dalla Gran Bretagna, si pensa che la variante Delta possa essere anche più aggressiva, ma non nei confronti delle persone completamente immunizzate dal vaccino o guarito dal Covid-19. Tra i sintomi di questa mutazione troviamo inizialmente il mal di testa, seguito da mal di gola, naso che gola e febbre. Inesistenti tosse e perdita dell’olfatto.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.