
Coronavirus, Tramonti di Sopra va in lockdown: ecco da quando e quanti sono i positivi
Il coronavirus continua ad affliggere l’Italia e nonostante l’allentamento delle misure restrittive delle ultime ore (quasi tutto il Paese è zona gialla) alcune località stanno continuando ad affidarsi alla zona rossa per contenere la diffusione del contagio. Tra questi c’è Tramonti di Sopra, in Friuli-Venezia Giulia, che come riportato da IlGazzettino.it nelle prossime ore diventerà zona rossa. Questo in base all’aumento dei positivi da Covid (23 su 190 residenti, poco più del 12% della popolazione locale) che ha indotto il vicegovernatore del Friuli-Venezia Giulia con delega alla Salute Riccardo Riccardi, dopo aver consultato il vicesindaco Patrizia Zotto e il prefetto di Pordenone Domenico Lione, a mettere Tramonti di Sopra in lockdown a partire dal 3 febbraio e fino a data da destinarsi. Dallo stesso giorno, 3/2, partirà uno screening totale degli abitanti per accertarsi che rintracciare altri eventuali positivi asintomatici. L’AVVERTIMENTO DEL CTS: “POSSIBILE NUOVA ONDATA DOPO L’ESTATE”
Il comunicato
“La decisione – recita il comunicato ufficiale regionale – di agire in questa direzione fa seguito ai dati epidemiologici pervenutici dal dipartimento di Prevenzione della Destra Tagliamento rilevati all’interno del territorio comunale. Dei positivi poi, nell’ultima settimana, sono sei quelli ricoverati nelle strutture ospedaliere della regione. Vista quindi la situazione – conclude il vicegovernatore – oltre all’istituzione della zona rossa è stato disposto l’avvio di uno screening massivo della popolazione sul modello di quanto già fatto in altri comuni del Friuli-Venezia Giulia. Il tamponamento di tutti i residenti nel territorio comunale partirà nella mattina di mercoledì 3 febbraio. Gli altri dettagli verranno resi noti dal Comune”. L’APPELLO DEL PROF. RICCIARDI: “STIAMO VANIFICANDO I SACRIFICI FATTI FINORA”
Coronavirus, il bollettino di lunedì 1° febbraio 2021
Oggi, lunedì 1° febbraio 2021, si registrano in Italia 7.925 nuovi casi di coronavirus (ieri erano 11.252). Diminuiscono i tamponi effettuati: 142.419, contro i 213.364 di ieri. Nel conteggio, da qualche settimana, rientrano anche i test antigenici rapidi. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi è al 5,56% (ieri 5,27%), ma il dato è influenzato dal conteggio dei test antigienici rapidi che si sommano a quelli molecolari. Sono 329 i morti, 37 i pazienti in più in terapia intensiva. È questo il quadro che emerge dal bollettino del Ministero della Salute.
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Il virologo Crisanti avverte: “Porteremo le mascherine ancora per due anni”
“Le nuove varianti di coronavirus complicano la situazione relativa alla pandemia attualmente in corso, rallentando e rendendo più difficile il raggiungimento dell’immunità di gregge entro tempi brevi“. Ad affermarlo è il noto virologo Andrea Crisanti, Professore di microbiologia dell’Università di Padova, in un’intervista rilasciata a Corrado Formigli di “Piazza Pulita”, il programma che va in onda su La7. Il virologo ha spiegato che dovremmo continuare ad indossare ancora per molto tempo le mascherine, convivendo con questi presidi per un altro anno e mezzo o due. Questo perché le nuove varianti del coronavirus, più contagiose, aumentano il valore di R0. Con il ceppo originale per raggiungere l’immunità di gregge bastava vaccinare il 70% della popolazione, mentre nelle condizioni attuali con le nuove mutazioni del virus è indispensabile riuscire a proteggere almeno il 75-80% degli italiani. A proposito dei dati rassicuranti relativi ai contagi nel nostro Paese, Crisanti aggiunge:”Il numero dei contagi dipende da come li misuriamo. I tamponi rapidi stanno creando una tranquillità apparente“.
Mascherine fino a metà 2022 o fino al 2023
Nonostante la diffusione di massa dei vaccini, il virologo suppone l’obbligo della mascherina per un altro anno e mezzo o addirittura due. Questa convivenza forzata con i DPI è giustificata dal fatto che i vaccinati possono essere in grado di trasmettere ugualmente il virus, una pecca ammessa anche dalle stesse case farmaceutiche impegnate nella produzione del farmaco. Tuttavia, Crisanti afferma che la situazione in Italia ad oggi non è così grave, perché non si registrano alte pressioni nelle terapie intensive degli ospedali e negli altri reparti dedicati al Covid. A fine intervista, tuttavia, il noto virologo non ha nascosto la preoccupazione per l’imminente riapertura delle scuole in presenza e del passaggio di molte regioni da zona arancione a gialla. In merito alle ripercussioni del lockdown sull’economia italiana, il docente di Microbiologia dell’Università di Padova ha invitato tutti a ripercorrere la storia del nostro Paese ricordando i tempi duri della malaria e del tifo, in cui l’unica priorità del Governo era il controllo delle patologie trasmissibili “perché non c’era attività economica con queste malattie“.
Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.