Coronavirus, prosegue la campagna vaccinale: non mancano le perplessità
Prosegue spedita la campagna vaccinale in Italia, ma intanto non mancano le perplessità: per aumentare le somministrazioni e quindi accelerare l’immunizzazione di massa, infatti, le Regioni stanno organizzando degli open day in particolare per giovani e studenti alle prese con gli esami di maturità. Iniziative senza dubbio lodevoli, che però si scontrano con il parere di numerosi esperti che hanno perplessità in merito. Leggi anche Coronavirus, nuovo comune italiano in lockdown: ecco quando entrerà la zona rossa in Sardegna
AstraZeneca e Johnson & Johnson sconsigliati agli under 60
Come ben sappiamo, anche se generalmente ritenuti tutti sicuri ed efficaci, alcuni vaccini sono sconsigliati per determinate categorie di persone: in particolare, le indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco raccomandano l’inoculazione dei vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson alle persone di età superiore ai 60 anni per minimizzare il rischio di eventi avversi. Si tratta, comunque, di una raccomandazione e non di un’imposizione. Leggi anche Covid, vaccini Pfizer e Moderna, cambia di nuovo la data dei richiami in Lombardia, ecco tutti i dettagli
Scotti: “Gli open day vanno nella direzione della vaccinazione quantitativa”
Questo utilizzo non raccomandato di alcuni vaccini sta facendo storcere il naso ad alcuni esperti. Secondo Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale, “gli open day continuano ad andare nella direzione della vaccinazione quantitativa rispetto a quella qualitativa che noi proponiamo, ovvero la possibilità di riportarla verso un atto medico. Questo significa un medico che faccia tutte le valutazione connesse al rischio beneficio e che possa farlo a partire da tutte le caratteristiche specifiche del paziente. E a quel punto, avendolo disponibile, proporgli il miglior vaccino per la sua condizione”, si legge su Fanpage.it. Leggi anche Coronavirus, nel 2019 alcuni dipendenti del laboratorio di Wuhan si ammalarono: la svolta nelle indagini sulle origini
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Poli: “Il rischio è che si verifichi una reazione avversa”
Anche Valeria Poli, professoressa ordinaria di Biologia Molecolare all’Università di Torino e presidente della Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare, esprime perplessità in tal senso: “Il rischio è che si verifichi una reazione avversa, molto ben documentata dagli scienziati tedeschi soprattutto. Si tratta di una patologia che non ha nulla a che fare con le normali trombosi, quelle provocate per esempio dalla piccola, che in effetti non sembrano aumentate dopo i vaccini”, ha dichiarato riferendosi alla trombosi come evento avverso da vaccino. “Si è verificata solo con i vaccini AstraZeneca e J&J: può verificarsi in 4 casi ogni 100mila, tra gli under 55, soprattutto nelle donne, per motivi non ancora chiari”.
Galli e Viola: “Sbagliato proporre questi vaccini ai giovani”
Dello stesso avviso anche Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, secondo cui i due vaccini in questione andrebbero il più possibile limitati alle fasce d’età in cui la possibilità di creare problemi è praticamente nulla, ovvero agli over 60. Secondo Antonella Viola, immunologa, “è sbagliato proporre questi vaccini ai giovani”.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.