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Coronavirus, in Veneto esplode focolaio in un reparto di geriatria: ci sono vittime

Nuovo focolaio in una struttura sanitaria di Rovigo: il virus si è diffuso rapidamente nel reparto di Geriatria dell’ospedale causando vittime tra i pazienti

Coronavirus, in Veneto esplode focolaio in un reparto di geriatria: ci sono vittime
Foto PixaBay

Coronavirus, in Veneto esplode focolaio in un reparto di geriatria: ci sono vittime

Il coronavirus corre veloce e ha fatto breccia nel reparto di Geriatria di un ospedale di Rovigo, in Veneto: le vittime sono due donne anziane ed il primo decesso è avvenuto lo scorso tre febbraio. La donna nata nel 1931, è stata ricoverata in ospedale con un tampone negativo e presentava gravi problemi di salute, non era autosufficiente ed era allettata. Dopo pochi giorni dal ricovero avvenuto il 28 gennaio del 2021 però la paziente è risultata positiva al coronavirus. La donna pertanto è stata immediatamente trasferita nel Covid Hospital di Trecenta dove, nonostante le cure, è deceduta. Da una prima indagine è emerso che probabilmente la paziente aveva contratto il virus in ambito famigliare e che quindi, al momento del ricovero l’infezione fosse ancora in uno stato di incubazione. L’atra donna deceduta è un’anziana nata nel 1944, ricoverata in Geriatria con tampone negativo. Il suo stato di salute era compromesso da una patologia cardiaca ed una emorragica. Dopo tre giorni dal suo accesso in ospedale, la paziente è risultata positiva al Covid-19 ed è stata trasferita presso il reparto malattie Infettive di Rovigo dove è deceduta lo scorso 8 febbraio. SCOPERTA NUOVA VARIANTE IN ITALIA: ECCO DOVE E TUTTI I DETTAGLI

Divampa la polemica per il focolaio in Geriatria

La situazione ha generato un dibattito politico e scientifico in quanto all’interno dello stesso reparto di Geriatria dell’ospedale di Rovigo si sono registrate altre due positività al Covid-19. Ad essere risultati infetti sono due operatori sanitari che non hanno aderito alla campagna vaccinale. Il rifiuto del vaccino potrebbe perciò, avere determinato la diffusione del contagio tra pazienti e personale sanitario. Il commissario dell’Usl, Antonio Compostella ha dichiarato che entrambe le pazienti presentavano gravi patologie e che al momento del ricovero, non presentavano alcun sintomo correlato al Covid-19. La polemica ha però determinato una risposta da parte dell’Ordine degli infermieri che si conferma saldo nel sostenere la professionalità degli operatori sanitari, da sempre in prima linea per offrire supporto agli ammalati. Secondo quanto espresso dal proprio consiglio direttivo non risultano colleghi no vax tra gli iscritti. La L’OPI – Ordine delle Professioni Infermieristiche – inoltre, ha più volte sottolineato che gli operatori sanitari sono a consapevoli dell’importanza di adottare correttamente i dispositivi di protezione ed anche della validità della vaccinazione per imitare la diffusione del virus. La posizione ufficiale è quindi di una chiara consapevolezza del rischio di contagio e di un’adesione alla vaccinazione di tutti gli infermieri. RISCHIO ZONA ROSSA IN TUTTO IL PAESE? ECCO LA VERITÁ

Anticorpi Coronavirus scoperti da scienziati in pangolini e pipistrelli della Thailandia

Sapere da dove ha avuto origine il covid è uno dei punti fondamentali per trovare il modo di combatterlo. Ecco perché un gruppo di ricercatori e scienziati dell’OMS è impegnato in tal senso e grazie al loro impegno sono state fatte delle scoperte molto interessanti. A quanto si apprende, un gruppo di scienziati facente parte del Centro di collaborazione dell’OMS per la ricerca e la formazione sulle zoonosi virali e dell’Università Chulalongkorn con sede a Bangkok, guidati dal dottor Wacharapluesadee, avrebbero scoperto degli anticorpi in grado di contrastare il covid su dei pipistrelli e pangolini della Thailandia. LA DECISIONE DEL GOVERNO DRAGHI SUL COPRIFUOCO

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Com’è stata effettuata la scoperta

La scoperta è stata fatta utilizzando un dispositivo messo a punto lo scorso anno da un gruppo di ricercatori, il cosiddetto “test di neutralizzazione del virus sars cov2”, noto anche come test sVNT. L’esame che ha permesso di estrapolare la sequenza genomica del coronavirus è stato eseguito su un piccolo gruppo di 5 pipistrelli trovati all’interno di una grotta thailandese. Confrontando i risultati con quelli ottenuti su alcuni pipistrelli della stessa specie, ma questa volta nella regione dello Yunnan in Cina, si è scoperto che i due virus della sars sono strettamente correlati tra loro.

L’importanza della scoperta

L’area geografica dello studio interessa zone molto distanti tra loro, infatti tra la Thailandia, la Cina e il Giappone corrono circa 4800 km, cosa che rende estremamente necessario e urgente regolare la sorveglianza transfrontaliera in modo da individuare il prima possibile chi sia il virus dal quale è partita l’epidemia e regolare quanto prima l’uso della fauna selvatica per evitare ulteriori passaggi di virus dagli animali agli uomini.

Dov’è stato pubblicato lo studio

La scoperta comunque più interessante è che questi animali che sono stati sottoposti al test sVNT sono in possesso di immunoglobuline in grado di combattere il sars cov 2 e questo potrebbe tradursi in degli anticorpi in grado di aiutare l’uomo. Lo studio che stanno portando avanti questa equipe di ricercatori è di fondamentale importanza per poter contrastare in futuro altre minacce provenienti dal mondo animale. Per chi volesse approfondire lo studio fatto da questi scienziati può consultare la rivista scientifica Nature Communications che ha pubblicato lo studio e le scoperte fatte su pipistrelli e pangolini della Thailandia.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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