Il virologo Matteo Bassetti, Direttore del reparto “Malattie Infettive” del Policlinico “San Martino” di Genova, ha detto la sua sul reintegro immediato dei medici no vax
Il coronavirus continua ad affliggere l’Italia e, nonostante le recenti varianti Omicron e Cerberus siano meno letali rispetto alle prime forme della malattia, non bisogna abbassare la guardia né sottovalutare il Covid-19. Il pericolo nuova emergenza sanitaria è sempre alto ed è proprio all’interno di ospedali e simili che il virus rischia di circolare in maniera incontrollata (o di diffondersi attraverso il riempimento delle terapie intensive). E proprio a chi lavora con i malati, e si trova in prima linea nella lotta contro il Covid-19, che è diretto l’appello del noto virologo italiano Matteo Bassetti. Ecco cosa ha detto lo scienziato a margine di un’intervista per il quotidiano Il Corriere della Sera.
Bassetti contro una categoria di medici
“Obbligherei i medici non vaccinati a seguire corsi di virologia e immunologia perché credo che non abbiano studiato abbastanza. È evidente che un medico che decide di non vaccinarsi non è in grado di svolgere a pieno il suo lavoro, che è quello di raccomandare la vaccinazione anti-Covid. Un medico che non crede nella scienza non dovrebbe fare questo mestiere: non capisce che sono proprio le vaccinazioni ad averci liberato da molte malattie e ad aver allungato la nostra speranza di vita“. Così Bassetti, Direttore del Reparto “Malattie Infettive” del Policlinico “San Martino” di Genova, si è espresso riguardo il reintegro in corsia di medici e infermieri sospesi per non essersi sottoposti al vaccino.
Cosa fare con i medici no vax?
Bassetti ha affermato di essere “d’accordo sulla rimozione dell’obbligo vaccinale per i medici, data l’attuale situazione Covid” ma avrebbe preferito che il reintegro dei professionisti non vaccinati (da destinare poi a reparti non a rischio) avvenisse da inizio 2023 e non immediatamente, rispettando così la legge in scadenza a fine dicembre che obbligava medici e infermieri a vaccinarsi contro il coronavirus pena la sospensione. Il Governo Meloni ha però scelto un’altra strada.
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