I virologi hanno provato a spiegare le ragioni per cui vi sono ancora tante vittime per Covid in Italia
Molto spesso, in Italia e nel mondo si è discusso circa il conteggio dei morti per Covid. A prevalere su questa tematica è da sempre l’incertezza: gli esperti del nostro Paese, in particolar modo Crisanti, Pregliasco, Gismondo e Galli, sono dell’idea che urgerebbe fare chiarezza al riguardo, distinguendo i morti per Covid rispetto ai morti con Covid. Le riflessioni sono dovute al fatto che nel nostro Paese, nonostante la flessione della curva dei contagi, si registra tuttora un numero di morti complessivamente elevato. Ecco, pertanto, il parere dei quattro esperti. Da leggere anche Allerta farmaci, l’Aifa lancia l’allarme per gli effetti di un farmaco sul fegato
La tesi di Crisanti e Pregliasco
Secondo Andrea Crisanti, l’Italia è un Paese anziano. Il virologo ha metto in evidenza a L’Aria che Tira che allo stato attuale delle cose, il vaccino è lo strumento necessario per ingabbiare la tigre. Ad oggi, tra i ricoverati in terapia intensiva, il 72% è costituito da non vaccinati. Il più delle volte si tratta di anziani che soffrono di altre patologie. A rischiare sono soprattutto gli over 80. In una dichiarazione rilasciata all’Adnkronos Salute, Fabrizio Pregliasco, noto virologo e docente all’Università Statale di Milano, ha sottolineato che occorrerà grosso modo un mese, affinché la curva dei morti Covid si azzeri. Il tempo è dovuto al fatto che occorre tenere conto dell’intero iter della malattia che può arrecare la morte, non passando necessariamente dalla terapia intensiva, come step intermedio. A detta di Pregliasco, 60 positivi su 100 nei reparti ordinari muoiono per Covid. Il restante 40% con Covid. In terapia intensiva, invece, la differenza è ancora più marcato, dato che il 77% è per Covid e il restante 23% con Covid.
Maria Rita Gismondo: è di cruciale importanza differenziare i morto per Covid da quelli con Covid
La microbiologa Maria Rita Gismondo ha dichiarato all’Adnkronos Salute che il numero dei morti calerà, nel momento in cui impareremo a contarli. La sua critica alla codificazione sbagliata in materia di decessi Covid è una questione condivisa da numerosi addetti ai lavori. Vi sono coloro che muoiono per via del virus, ma anche quelli che perdono la vita per tutta una serie di patologie che l’infezione contribuisce ad aggravare. A chi le chiede se ci sono speranze di arrivare a zero per ciò che concerne i decessi Covid, la microbiologa risponde dicendo che se il conteggio resterà lo stesso, si corre il rischio di andare incontro a un effetto paradossale: crescita del numero di ricoverati per varie patologie e deceduti che rientreranno nel conteggio dei morti per Covid, perché risultati positivi. CONTINUA A LEGGERE..
Galli: siamo in una fase di remissione
Anche il professor Massimo Galli, ospite ad Agorà, ha confermato la tesi di Crisanti: l’Italia è un Paese anziano. Nell’ultima ondata, tra i più colpiti figurano non a caso gli over 80. Capire il numero di decessi dovuti alla variante Omicron, ci permetterebbe di sapere come dobbiamo regolarci. Ad oggi, comunque, si intravede la luce in fondo al tunnel, trovandoci in una fase di remissione.
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