Secondo uno studio scientifico le scuole in presenza non avrebbero alcuna correlazione con l’impennata dei contagi a novembre
Secondo uno studio realizzato da una equipe di epidemiologi, non ci sarebbe una stretta correlazione tra scuole in presenza e contagi nel nostro paese. A confermarlo è stata anche l’epidemiologa Sara Gandini (Ieo di Milano) che ha preso parte alla ricerca e che ha ribadito come il rischio zer non esista ma “sulla base dei dati raccolti possiamo affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri”. Un dato che contrasta con le scelte adottate negli ultimi mesi dai due governi che si sono succeduti che che hanno preferito ricorrere alla Dad per proseguire l’attività scolastica soprattutto nelle zone dove il numero dei contagi si è impennato. Leggi anche Covid, rischia di più chi vive con o senza figli?
Come si è svolto lo studio
Lo studio in questione ha analizzato diverse statistiche provenienti dal Miur e le ha incrociate con altri dati provenienti da Ats e Protezione civile. Il campione iniziale preso in considerazone è pari al 97% delle scuole italiane e coinvolge oltre 7 milioni di studenti e quasi 800 mila insegnanti. Secondo quanto emerso dallo studio, l’impennata dei contagi registrata tra il mese di ottobre e novembre non dovrebbe essere correlata alla riapertura delle scuole in presenza. Secondo i dati vagliati dall’equipe di studiosi, il tasso di positività del personale scolatico e degli alunni sottoposti a tampone risulta essere inferiore all’1%.
Le chiusure delle scuole sono state inutili?
I dati hanno anche evidenziato come la chiusura sia totale che parziale che è stata decisa dal governatore De Luca in Campania e dal governatore della Lombardia, non ha avuto alcun impatto negativo sui due indici Rt e Kd. Come ha specificato la dottoressa Gandini “le scuole aprono 10 giorni prima di Napoli ma la curva si innalza 12 giorni dopo Napoli, e così per moltissime altre città“. Lo studio ha anche dimostrato come la capacità di contagio dei giovani è molto ridotta rispetto agli adulti. “I giovani contagiano il 50% in meno rispetto agli adulti – ha precisato la dottoressa Gandini – e questo si conferma anche con la variante inglese”.
Focolai rari dentro le scuole
Lo studio ha anche ribadito come i focolai da Sars-Cov 2 sono molto rari (sotto il 7% di tutte le scuole) e la possibilità di trasmissione del Covid da un ragazzo a docente è statisticamente poco rilevante. E’ invece molto più probabile che gli insegnanti possano contagiarsi fra loro in sala professori, ma questa rimane una ipotesi realistica anche in qualunque ufficio pubblico o privato.
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