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Covid, Gimbe: ‘Si rischia un lockdown di fatto’, servizi a rischio a causa dei contagiati

L'aumento dei nuovi casi settimanali per la terza settimana consecutiva supera il 50%. Gimbe: si rischia un lockdown di fatto

Covid, Gimbe: ‘Si rischia un lockdown di fatto’, servizi a rischio a causa dei contagiati
Covid, Gimbe: 'Si rischia un lockdown di fatto', servizi a rischio a causa dei contagiati (Foto Ansa)

Covid, Gimbe: ‘Si rischia un lockdown di fatto’, servizi a rischio a causa dei contagiati. I dettagli

Il presidente della Fondazione Gimbe Cartabellotta comunica che l’aumento dei nuovi casi settimanali per la terza settimana consecutiva supera il 50%. Si tratta di una crescita esponenziale che non contabilizza i casi non dichiarati. Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio i nuovi casi di Covid sono stati 595.349, con un aumento del 55% rispetto alla settimana precedente. I contagi sono cresciuti in tutte le regioni e sono 38 le province italiane che contano più di 1.000 casi per 100.000 abitanti.

Si rischia un lockdown di fatto

La crescita è collegata anche ad un aumento del 33% del numero dei tamponi totali: da 1,6 milioni a 2,1 milioni. Il presidente Nino Cartabellotta spiega che per la terza settimana consecutiva l’aumento dei casi supera il 50%, con un tempo di raddoppio di 10 giorni. Cartabellotta rileva che le quarte dosi sono ferme e con grande differenze regionali nelle coperture. Poi fa sapere che un’alta percentuale di popolazione sintomatica o isolata rischia di determinare un ‘lockdown di fatto’ su vari servizi, inclusi quelli turistici, come riporta l’Ansa.

Aumentano i ricoveri negli ospedali

Negli ospedali aumentano i ricoveri sia in area medica (+32,6%) che in terapia intensiva (+36,3%), come spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione. I posti letto nelle terapie intensive sono passati dai 183 del 12 giugno ai 323 del 5 luglio. In area medica si passa dai 4.076 dell’11 giugno agli 8.003 del 5 luglio. Il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 12,5% in area medica.

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Le mascherine al chiuso

Secondo Cartabellotta  a causa di questa situazione le mascherine vanno utilizzate al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all’aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio. Per quanto riguarda i vaccini, 7,89 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, e di questi 2,43 milioni sono guariti che non possono riceverla nell’immediato.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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