Il lavoro degli scienziati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha portato ad alcune conclusioni sulle origini del Covid
Dopo un mese di indagine in Cina, l’Oms ha diffuso i primi dati della ricerca sul Sars-Cov-2. Ad oggi, nonostante questo lavoro Lian Wannian, a capo della delegazione cinese che ha affiancato gli scienziati, dichiara la mancata identificazione dell’origine della diffusione dell’infezione. L’unico elemento certo è che si tratti di un animale. Il team di scienziati è arrivato in Cina circa tre settimane fa ed ha indagato con attenzione sull’origine della pandemia. La ricerca è terminata con una non chiara determinazione dell’esemplare ospite. Da leggere anche Coronavirus Veneto,in arrivo le nuove linee guida per la scuola.
Cosa ha rivelato lo studio
Il termine scientifico indica l’essere vivente nel quale un virus si riproduce e che pertanto, diventa diffusore della malattia. Lo studio in Cina ha rivelato che i pipistrelli e i pangolini in precedenza individuati come i più probabili trasmettitori del coronavirus, sono portatori di campioni in parte diversi dal Sars-Cov-2. Dall’indagine risulta inoltre che visoni e gatti sono suscettibili allo stesso virus, quindi, altri animali potrebbero avere determinato il diffondersi del contagio. Gli scienziati hanno presentato il risultato della ricerca i nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Wuhan.
Non si hanno ancora certezze assolute
La provincia è diventata il luogo simbolo del virus perché qui si è registrato il primo epicentro della malattia, pertanto è stato individuato come il posto più idoneo per comunicare alla collettività i risultati dello studio scientifico sull’origine della pandemia . Le ricerche tuttavia, sono ancora insufficienti per potere offrire certezze circa molti i molti interrogativi relativi al primo sviluppo del virus. Peter Ben Embarek, capo della missione dell’Oms a Wuhan conferma l’importanza di dover proseguire con gli studi per avere la determinazione dell’esemplare animale ospite, origine della malattia.
La fuga dal laboratorio? Un’ipotesi improbabile
Gli scienziati hanno definito improbabile la presunta diffusione del coronavirus a seguito di un incidente di laboratorio. Si conclude, quindi, una polemica che nel corso dell’ultimo anno ha fatto discutere scienziati e giornalisti di tutto il mondo ed è stata impregnata di suggestioni di ogni tipo. La ricerca in Cina lascia però aperti molti dubbi. Sappiamo, infatti, che il virus sopravvive anche nei cibi surgelati, ma gli scienziati ancora non hanno ancora capito se in queste condizioni climatiche, sia in grado di trasmettere la malattia all’uomo. Secondo gli esperti, inoltre, il contagio potrebbe avere avuto origine anche molto tempo prima rispetto ai dati ufficiali e forse si è diffuso in una provincia diversa da Wuhan. La trasmissione del virus, infatti, si è registrata contemporaneamente anche in altre zone della città. Il mercato Huanan, che è stato al centro del dibattito scientifico, potrebbe non essere il primo luogo di contagio. La comunità scientifica non ha ancora fornito una spiegazione circa l’origine della diffusione del Sars-Cov-2, il lavoro però prosegue in tutto il mondo e non si esclude che possano emergere in futuro nuove ed inquietanti verità.
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